Nucleare: una speranza

Le decisioni che prende un singolo paese vanno interpretate nel contesto internazionale. Fino a poco tempo fa non era sbagliato ritenere un danno economico per il paese l’astenersi dal nucleare (a prescindere da ogni altra valutazione) quando quasi tutti i nostri vicini (Svizzera, Francia, Germania, Slovenia) la praticavano senza pudore. Ad oggi il dato è cambiato, con Svizzera e Germania che annunciano la dismissione in uno o due decenni. Restano a piè fermo USA, Regno Unito e Francia per evidenti motivi di natura militare, e il Giappone che lo sappiamo sono delle teste dure. Mentre i paesi in via di rapido sviluppo già si fregano le mani all’idea di comprare in saldo la tecnologia europea rimasta senza mercati.

Tutto ciò è un’insperata buona notizia per l’Italia. Che non dovrà sostenere la dismissione di un altra grandissima azienda parastatale (la patata bollente Areva se la spupperanno i franco-tedeschi). Che non dovrà affrontare a brevissimo / medio termine il costosissimo decommissioning di 5 (Svizzera) e 17 centrali (Germania). Che è leader in Europa sulla generazione elettrica convenzionale da gas naturale, la via su cui presumibilmente e realisticamente si ri-orienteranno questi paesi.

Alla luce di questi sviluppi andiamo pure a votare serenamente “SI” domenica 12 e lunedì 13 giugno 2011 prossimi al terzo referendumNuove centrali per la produzione di energia nucleare. Abrogazione parziale di norme“, per confermare che il voto diretto del popolo ha fatto la scelta giusta 24 anni fa, e deve essere sempre coinvolto in questo tipo di decisioni importanti anche per obbligare i tecnici a uno sforzo di umiltà e trasparenza.

Subito dopo però occorrerà rimettere in discussione tutti i programmi di ricerca fondamentale ed applicata su questi temi, perché se la tecnologia che abbiamo oggi non va bene, resta il fatto che “In base alle leggi della fisica, l’energia nucleare è l’unica salvezza a lungo termine dell’umanità” (vedi il post Nucleare sì, nucleare no di due anni fa).

P.S. si ricorda che L’esercizio del voto è dovere civico e chi invita a non andare a votare avrà i sui porchi motivi ma è un figlio di *****.

2 thoughts on “Nucleare: una speranza

  1. Le ragioni per cui Francia e Stati Uniti insistono sul nucleare sono anche e sopratutto industriali: Areva (F) e Westinghouse (SU) detengono oggi due tecnologie di punta (si veda http://www.verdi.it/images/stories/referendum2011/DOSSIER_Il_piano_B_del_governo.pdf) per le centrali di nuova generazione.
    Per quanto riguarda il futuro, l’unica strada è a mio parere quella dell’efficienza e del risparmio energetico, peraltro inclusi nel programma tedesco di uscita dal nucleare.

Lascia un commento