Autodafé: l’anti-politica

L’anti-politica è la versione a basso costo (intellettuale) dell’anti-statalismo, e perciò stesso patrimonio della destra [1]. In tempi recenti movimenti vicini alla sinistra se ne sono appropriati, in Italia e all’estero; da noi l’anti-politica si è espressa come antidoto alla “casta”, dimenticando che l’Italia è il paese delle caste (sostantivo, mi raccomando!): farmacisti, notai, avvocati, tassisti, giornalisti, e quant’altre categorie professionali si possano elencare.

La vulgata anti-politica, recitata nei bar, uffici, salotti, attribuisce alla “casta” le colpe dello sfacelo economico e morale dell’Italia: la cattiva politica sarebbe dunque causa e non effetto della crisi. La vulgata non ha l’obbligo della coerenza intellettuale: gli italiani bofonchiano, si lamentano e, così come i propri rappresentanti politici, continuano a praticare i propri vizi pubblici.

Il recente diluvio mediatico di anti-politica, ancorché altrettanto incoerente, punta a dimostrare l’assunto che, essendo la classe politica inaffidabile, l’Italia non può che essere governata dai sedicenti tecnici attualmente in carica. I quali, con spirito di sacrificio, dichiarano la loro disponibilità a farlo. Ho già scritto che ritengo questo un governo politico, con un programma (la famigerata e misteriosa “agenda Monti”) neo-liberista, definibile di destra.

Senza assolvere i politici corrotti o cleptomani, quante pagine di giornale e programmi televisivi si sarebbero dovuti dedicare a Banca Intesa, Unicredit, Monte dei Paschi, che hanno sottratto all’erario cifre mille volte superiori a quelle spese da Fiorito ? (si veda al proposito http://triskel182.wordpress.com/2012/10/05/miliardari-con-i-soldi-nostri-vittorio-malagutti/).

Non è comunque senza significato la differenza che Monti continua a rimarcare tra gli attuali ministri e la classe politica italiana: questi rappresentano, nel bene e nel male, porzioni consistenti del paese, e sono portatori di interessi locali o di gruppi sociali definiti; quelli, appartengono a una “iperclasse” nata dalla globalizzazione e finanziarizzazione dell’economia. Sono consiglieri d’amministrazione di istituti finanziari e multinazionali, portatori di interessi del tutto estranei agli italiani: sono parte di quell’1%, contro il quale si orientò la rivolta di “Occupy Wall Street”.

Basta del resto rammentare coloro che hanno esultato alla possibilità di un secondo governo Monti: Marchionne, Montezemolo, la Confindustria, Wall Street. Che interesse avrebbe il 99% degli italiani a votare per un Monti bis, ammesso che Mr. Goldman abbia il coraggio di candidarsi? Nessuno, senza la manipolazione a cui giornali e TV li sottopongono, mostrando Monti e i suoi come i salvatori dell’Italia, e, appunto, cavalcando la tigre dell’anti-politica.

La quale ora si rivolge contro gli amministratori di Regioni e Comuni, e, vedrete, nel prossimo futuro contro i responsabili delle aziende municipalizzate. Quanto fanno gola ai famosi “investitori esteri” (i cui interessi sono rappresentati dall’attuale governo) queste aziende ! E quanto vorrebbero banche e assicurazioni mettere le mani sul nostro sistema sanitario nazionale !

Che anche questo passaggio sia già nell’agenda Monti ?

(fine)



[1] Sono uno dei pochi rimasti a credere che destra e sinistra siano categorie valide, e soprattutto, che esistano differenze sostanziali tra di esse.

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