Computer Chess: chi gioca più a scacchi ?

Computer Chess (Andrew Bujalski 2013, USA) è un film in genere mockumentary (cfr. Zelig) che racconta la storia di uno dei primi tornei di scacchi tra computers, avvenuto (forse) da qualche parte negli anni ottanta in un hotel anonimo da qualche parte in America.

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Girato quasi completamente in bianco e nero (o forse sarebbe meglio dire grigio chiaro e grigio scuro) con una videocamera d’epoca, all’inizio sembra un documentario su un noioso convegno per addetti ai lavori. Seguendo gli hacker nella loro vita notturna, ed esplorando i meandri dell’hotel, via via si copre un intreccio thriller / commedia, con sospetti agenti segreti, giornalisti millenaristi, un invasione di gatti e una convention che si svolge in parallelo sulla ricerca dell’autocoscienza sessuale con tutti gli equivoci che ne derivano.

Nella realtà il sogno degli hacker ritratti nel film è stato realizzato già nel 1997, anno in cui i computer batterono per la prima volta un Grande Maestro Internazionale a scacchi. Quello che 15 anni richiedeva un supercomputer, oggi si può fare con un computer da tavolo ! Per quel che vale, la classifica del più recente torneo di scacchi tra computer da tavolo (Gennaio 2013) riporta punteggi ELO superiori a 3100, quando il neolaureato ventenne campione del mondo Magnus Øen Carlsen ha un punteggio di 2870. Probabilmente nessuno dei lettori di Calomelano potrebbe spuntarla contro uno di questi programmi neanche se gli dessimo le limitate risorse computazionali di un telefono (se volete provare: Android e iOS)

Ahimé, giocare a scacchi, che un tempo era una vera sfida, un’attività intellettuale nobile, è diventato un vile passatempo facilmente automatizzabile.
Sapendo che persino un pezzo di plastica e silicio da pochi euro rende banale il gioco, gli scacchi perdono proprio tutto il loro interesse, esattamente come lo sport della corsa ha perso interesse nel momento in cui qualcuno è salito in groppa a un cavallo (e poi a un treno, a un aereo …)
Alla fine chi corre / gioca a scacchi seriamente oggi ? Per la maggioranza di noi correre non è una necessità, e giocare a scacchi è un attività secondaria rispetto a guardare il campionato mondiale di atletica / leggere la notizia della vittoria di Magnus Carlsen, parlare di un film che parla di scacchi …. siamo ridotti a spettatori passivi !

Annoveriamo questa disfatta del genere umano come l’inevitabile scotto da pagare per avere il progresso tecnico e quello che ne deriva (Facebook e Whatsapp).

Per ritornare al film, a un certo punto il cameraman (possiamo supporre l’alter ego del regista) butta lì in una conversazione da bar che il futuro dei computer è la ricerca dell’anima gemella. Ebbene, quando oltre alla corsa e gli scacchi anche la ricerca dell’anima gemella sarà un problema risolto, la vita per l’umanità avrà raggiunto una nuova età aurea. Allora potremo sprofondarci nelle nostre poltrone con la busta delle crocchette e guardare placidamente le immagini del migliore dei mondi possibili che ci scorrono davanti.

Ben venga un film come Computer Chess che ci fa ricordare quando questo sogno oppure se vogliamo incubo è stato sognato la prima volta.
Con buona pace di Norbert Wiener già nel 1950 col libro L’uso umano degli esseri umani ci poneva una riflessione sui rischi dell’informatica (all’epoca si diceva cibernetica).

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