Informarsi nel 2017

128px-Feed-icon.svgCon la proliferazione dell’user generated content (blog), e con l’affacciarsi sul digitale dei media scritti tradizionali, intorno al 2005 apparvero parecchi servizi di aggregazione di notizie, resi possibili dallo standard RSS per la pubblicazione dei feed.

Erano google reader, fever, newsgator, digg, reddit, delicious, etc.: tutti servizi oggi dismessi o acquisiti o riconvertiti, o usati solo in nicchie particolari, per non esser riusciti a dimostrare un modello di business profittevole, e per essere stati di fatto schiacciati dai social generalisti.

Dopo 12 anni la débâcle della carta stampata è completa, ma non è avvenuta né la transizione al digitale delle testate storiche né lo sbocciare di una nuova varietà di testate giornalistiche professionali puramente digitali.
Il mercato dell’informazione digitale è avvelenato dall’ubiquità dell’informazione gratuita. Anche i produttori professionali di informazione si sono dovuti piegare, e mettono a disposizione gratuitamente quello che richiede il mercato, cioè notizie brevi non necessariamente verificate, accompagnate da foto o video di impatto.

Pochi si abbonano a servizi di informazione digitale di qualità a pagamento.
Di fatto l’uomo medio si informa direttamente dalla sua bacheca nel social generalista, ed è alla mercede degli algoritmi di ranking di quest’ultimo.
Poiché l’obiettivo principale del social generalista è mantenere gli utenti all’interno della piattaforma, gli algoritmi tendono a mettere in evidenza notizie e chiacchiericcio generati o riverberati da persone in assonanza, generando il fenomeno della bolla-filtro.

Il social generalista è il nuovo, unico e totalizzante intermediario !

Il rapporto di forza tra i cittadini e l’intermediario è totalmente sbilanciato a favore di quest’ultimo e dei suoi clienti (gli inserzionisti).
Anche nei confronti dei media l’intermediario stravince, come descritto in dettaglio nel saggio “Facebook is eating the world” di Emily Bell apparso nel marzo 2016 sulla Columbia Journalism Review.

Le prime implicazioni politiche di questa situazione stanno emergendo in questi mesi, ad esempio si veda il ruolo della società di consulenza “psicotecnica” Cambridge Analytica nelle vittorie del Brexit in UK e di Trump in USA, messo in evidenza dal reportage “Ich habe nur gezeigt, dass es die Bombe gibt [ho solo mostrato che esiste la bomba]” pubblicato nel dicembre scorso da Das Magazin, l’inserto domenicale dello zurighese Tages-Anzeiger.

Tornando a noi, è diffusa la sensazione di non essere informati a sufficienza, e il bisogno di trovare fonti affidabili.

Come possiamo uscire da questa impasse ?

Dobbiamo trovare l’informazione di qualità, retribuire dignitosamente chi la produce per campare (i giornalisti professionisti), e premiare con la gloria chi lo fa senza scopo di lucro (il famoso user generated content). Tutti questo senza metterci nelle mani di nuovi, pericolosi intermediari.

Ma possibile che nessuno ci abbia già pensato ? Guardandoci intorno dopo il fallimento degli aggregatori che volevano arricchirsi intermediando le notizie, troviamo il movimento indiemedia (es. http://news.indiewebcamp.com/ e http://fivefilters.org/) e una miriade di sistemi aggregazione di notizie autogestiti:

Si tratta però di esperienze “tecniche”, di cui beneficiano solo gli addetti ai lavori.

Inoltre l’aggregazione risolve solo una parte del problema, bisogna anche:

  • portare dentro l’informazione non gratuita prodotta da professionisti
  • ordinare, filtrare e prioritizzare
  • permettere agli utenti di intrattenere delle conversazioni su queste notizie.

Quello che serve è una piattaforma di aggregazione di notizie con ranking automatico e conversazioni social, che renda facile anche ai non iniziati trovare e condividere informazione di qualità.
Un mini-social network riservato ai soci, in modo da poter gestire anche contenuti protetti dal diritto d’autore senza che diventi pirataggio plateale.
Questa ipotetica piattaforma è un po’ la versione smaterializzata di un circolo privato di un tempo, dove i soci potevano leggere in pace i giornali e le riviste a cui era abbonato il circolo.

Chissà se può funzionare ?

5 thoughts on “Informarsi nel 2017

  1. “The trouble with social news” published on 24 January 2013 by Aldo Cortesi (NZ): https://corte.si/posts/socialmedia/trouble-with-social-news.html

    Hacker News (HN): https://news.ycombinator.com/

    Similar sites to HN:
    https://www.designernews.co/
    https://frontendfront.com/
    https://www.producthunt.com/
    https://crater.io/
    http://danskdynamit.com/ this is based on Discourse and uses this plugin: https://meta.discourse.org/t/wanted-discourse-hacker-news-plugin/37620
    https://github.com/antirez/lamernewshttp://www.echojs.com/

    Telescope: An open-source social news app built with Meteor & React http://www.telescopeapp.org/

    “How Hacker News ranking algorithm works” published on Dec 8, 2015 by Amir Salihefendic: https://medium.com/hacking-and-gonzo/how-hacker-news-ranking-algorithm-works-1d9b0cf2c08d

    In essence the ranking performed by Hacker News looks like this:
    Score = (P-1) / (T+2)^G
    where:
    P = points of an item (and -1 is to negate submitters vote)
    T = time since submission (in hours)
    G = Gravity, defaults to 1.8

  2. L’analisi è perfetta, ma bisogna poi trarne le conseguenze. Internet è la gigantesca “Biblioteca di Babele” di borgesiana memoria, ma non è il luogo adatto per informarsi, anche per la carenza di device adatti allo scopo (sfogliare o leggere un giornale su PC o smartphone è un’esperienza da dimenticare !).
    Già le vendite di e-book, che pure godono di un ecosistema collaudato, arretrano (se non consideriamo il self-publishing, nel quale il 99 % è spazzatura); il modello di informazione veicolato da internet ha solo dimezzato la lettura dei giornali cartacei sostituendola con bufale, gattini, donne barbute e complotti vari. Non a caso si è da tempo sviluppato il dibattito sulla post-verità, a cui questo post di fatto partecipa.
    Cosa resta a uno spirito critico, alieno dai social media, per informarsi al meglio ?
    Un aggregatore della prima ora, il quotidiano (o i quotidiani: vedi il mazzo di giornali che molti politici esibivano tempo fa all’entrata di riunioni) di riferimento; un social network d’antan: la biblioteca comunale, che offre la lettura di molti quotidiani e settimanali, ora anche online.
    Internet potrà essere utile per consultazioni puntuali, verifiche, “fact checking” (oddio, l’ho detto !).
    Del resto, io posso ascoltare musica in auto, anche con buona qualità, ma non mi siedo in macchina ogniqualvolta voglio farlo; ascolto qualche brano di un artista su youtube, ma quando voglio la massima qualità, il massimo coinvolgimento, vado in una cara, vecchia e superata sala da concerto.

  3. In effetti “internet” = “tutto ciò che del mondo intero si può trasmettere lungo un filo” quindi può essere che bufale, gattini, donne barbute e completi siano prevalenti. Ma ci sono anche informazioni utili, opere di genuina creazione etc. (alcune gratis, alcune dietro paywall). Il problema è trovarle !
    D’altro canto l’uomo è un animale social (!) quindi non ci possiamo permettere di essere completamente alieni ai social network – correremmo il rischio di perdere il contatto con l’umanità.
    Ma occorre impadronirsene! I mezzi di produzione comunicazione social al popolo !

  4. Se ho ben capito la bacheca del circolo, ovvero la prima pagina dell’Aggregatore di Notizie, si alimenta in base agli articoli segnalati dai soci tramite l’aggregatore stesso (pagina aggiungi notizia).
    Oppure la prima pagina si alimenta anche in base ad altri parametri, che so, tutti gli articoli del giornalista Tizio Caio, oppure di una certa sezione di quel certo giornale?
    Su questi canali di alimentazione si applicano poi le “preferenze” che ciascun socio ha espresso per sé medesimo.
    Il Socio ha anche la possibilità di accedere ai giornali di cui il Circolo ha sottoscritto l’abbonamento, utilizzando il login eseguito per tutti i soci da parte dell’Aggregatore?
    Grazie, Ciao, Luca.

  5. La prima pagina oltre che con agli articoli segnalati manualmente dai soci si alimenta in automatico dalle fonti (feed RSS).

    Le fonti vengono scelte insieme dai soci e possono puntare a siti, blog, riviste ….
    Alcuni siti offrono RSS separati secondo vari criteri (ad esempio questo: http://spectrum.ieee.org/static/rss) ma non dipende da noi: dipende da chi gestisce la fonte.

    Per gli abbonamenti, la faccenda è delicata perchè non vogliamo configurare questa cosa come pirataggio. L’idea è che l’aggregatore copia e immagazzina tutti gli articoli pubblicati da tutte le fonti, che quindi i soci li possono consultare in forma “degradata” (senza immagini, video ..) restando dentro all’aggregatore oppure direttamente sul sito originale cliccando sul link (il che potrebbe richiedere un abbonamento individuale se sono contenuti protetti da paywall).
    Ma i soci non possono accedere direttamente ai giornali a cui il Circolo è abbonato perché in quel modo bypasserebbero gli algoritmi di conteggio che la piattaforma usa per assegnare il ranking collaborativo agli articoli.

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