Limiti di velocità

La velocità massima raggiungibile da un mezzo meccanico è una delle sue caratteristiche tecniche, ed è la stessa per tutti gli esemplari di un certo modello: è proprio una delle caratteristiche di cui si vantano i produttori di auto, missili e navi. Sarebbe quindi un limite rigido con un valore ben definito.

50 fine !

In pratica per un mezzo terrestre e se ci si vuole muovere in sicurezza la velocità massima dipende anche dalle condizioni della strada e dai nervi del guidatore, e varia da punto a punto. Ha senso allora solo parlare di velocità massima come media su un certo tratto, inoltre il valore limite per viaggiare “sicuri” non è ben definito (dipende ad esempio dalla definizione di sicurezza). Si varia da una panda guidata da me ubriaco su una strada piena di tornanti in montagna (20 km/h) a un auto da corsa guidata da uno specialista in circuito (300 km/h).

A questi limiti fisici, anzi per essere precisi limiti tecnici, si sovrappongono i limiti normativi. Poiché è più facile misurare la velocità massima istantanea, storicamente le leggi sono state basate sulla velocità massima puntuale, e su un limite rigido (es. 90 km/h sulle statali e 130 km/h sulle autostrade). Tecnicamente da dieci anni a questa parte è diventato possibile rilevare la velocità media su un tratto, in questo modo: delle telecamere poste su delle barriere leggono le targhe delle auto che transitano; la velocità media è calcolata sulla base di due rilevazioni targa-tempo fatte a distanza di qualche decina di chilometri. Anche se la velocità media non è il modo più equo per punire i guidatori troppo veloci – perché permette di compensare con i tratti lenti (o addirittura con le soste) i picchi di velocità – questo sistema è stato introdotto sulle autostrade Italiane con il nome di Safety Tutor o SICVE e più recentemente sulle statali con il nome di Virgilius .

Chi conosce la teoria matematica della misura, interpreta tutto ciò come diverse scelte per la norma nello spazio delle funzioni continue in una variabile (e scusate il tecnicismo); la velocità massima corrisponde alla norma infinito, la media alla norma uno; esistono anche altre norme come la norma due che è molto usata, senza contare le innumerevoli definizioni che si possono ottenere usando forme quadratiche con un certo kernel funzionale, o le norme uno pesate con funzioni peso continue. Evidentemente il legislatore ignora questi aspetti matematici, infatti non sembra essere stato ben compreso il fatto che la scelta della norma è esclusiva: o uno decide di misurare con la norma-infinito (limite sulla velocità massima, di seguito velocità massima-massima) o con la norma-uno (limite sulla velocità media, di seguito velocità massima-media). Usare l’una in certi casi e l’altra in altri produce un’incongruenza insanabile: il limite di velocità massima-massima non è confrontabile con quello di velocità massima-media !

Infatti se uno volesse esser ligio e stare proprio appena sotto, per fare i 129 km/h di media deve fare in certi tratti i 150 km/h per compensare il fatto che poco prima un sorpasso tra camion l’ha fatto procedere a 110 km/h per un lungo tratto. Tutt’al più il limite di velocità massima-media dovrebbe essere più basso (ad esempio 110 km/h) di quello massima-massima, in modo che sia possibile tenere i 109 km/h di media facendo in certi tratti sorpassi a 129 km/h, in ogni caso stando sempre sotto al limite di velocità massima-massima. Leggendo l’articolo 142 del Codice della Strada sembra che il legislatore abbia inteso risolvere l’incongruenza matematica elevando nei tratti soggetti al Safety Tutor il limite massimo-massimo, infatti si parla di tratti a 150 km/h; ma questi non sono mai stati ufficialmente istituiti ! Nei fatti però il limite massimo-massimo nei tratti coperti da Tutor è informalmente derogato, con la flessibilità tutta italiana nell’interpretazione delle leggi. Però chi non ha ben capito il funzionamento tecnico e l’interpretazione vigente della legge, va in confusione e rallenta sotto le barriere del Tutor.

In ogni caso la legge:

  • definisce limiti duri
  • specifica sanzioni gradate per salti discreti, per scaglioni discreti di superamento del limite: per meno di 10, 10-40, 40-60 oppure per più di 60 km/h. Lex facit saltus !
  • commina una sanzione per ogni infrazione.

L’ultima caratteristica dà luogo ad un’altra falla matematica: non c’è un limite al numero di multe che si può prendere per eccesso di velocità massima. Se su un tratto di un chilometro fossero disposti 1000 Autovelox alla distanza di un metro l’uno dall’altro, sarebbe in teoria possibile totalizzare 1000 multe per eccesso di velocità massima-massima ! Questa inconsistenza è corretta dal legislatore col divieto del cumulo: in estrema sintesi si possono prendere solo tre multe consecutive (che arbitrio !).

Proviamo ora ad andare ancora oltre: dalla misura puntuale passando per quella media arriviamo alla misura continua. A prima vista l’idea di misurare continuamente con valore legale la velocità istantanea di un veicolo sembra assurda: questa misura è sempre avvenuta a bordo del veicolo col tachimetro, che non può avere valore legale per il problema della taratura. Oggi però con la disponibilità del GPS (misura satellitare) a basso prezzo sarebbe tecnicamente e legalmente realizzabile ! Tra l’altro si parla sempre più di installare sulle auto le scatole nere per usufruire di sconti sull’assicurazione di responsabilità civile: ebbene sono appunto apparecchi GPS che potrebbero facilmente essere modificati per essere anche dei rilevatori di velocità, ottenendo la versione digitale dell’antico disco cartaceo usato sui camion. Disponendo di questi tracciati continui posizione / tempo / velocità, diventa tecnicamente possibile applicare qualsivoglia processamento a questi dati e quindi applicare qualunque definizione di norma. Superando l’uso di semplici disuguaglianze del tipo velocità < limite, si potrebbe invece calcolare, sulla base di tutte le informazioni di cui si dispone, un indice (chiamiamolo voto) che riassuma il comportamento del guidatore. La sanzione può poi essere facilmente resa proporzionale a questo “voto”.

Ecco alcuni esempi:

  1. innanzitutto invece di passare dal limite di velocità urbana (50 km/h) a quello extraurbano (90 km/h) o viceversa con una discontinuità, diventa possibile applicare un limite di velocità massima locale variabile punto per punto
  2. si potrebbe poi calcolare il “voto” come l’integrale dei superamenti rispetto alla distanza percorsa; se la sanzione è posta pari a 1 € per un valore integrale dei superamenti di 1 km^2/h (sì, chilometri al quadrato all’ora, buffo, no ?) su un tratto di 10 chilometri, si ottiene una multa di 50 € se la velocità media su tutto il tratto eccede di 5 km/h il limite oppure se viene ecceduto di 50 km/h su un solo chilometro, o di 500 km/h su soli 100 m (!)
  3. per introdurre una progressività più marcata, si può usare la norma due, ponendo la sanzione pari a 1 € per un valore integrale dei superamenti al quadrato di 10 km^3/h (chilometri al cubo all’ora, buffissimo !) su un tratto di 20 chilometri, ottenendo una multa di 50 € se la velocità media su tutto il tratto eccede di 5 km/h il limite oppure se viene ecceduto di 22,4 km/h su un solo chilometro oppure di 70 km/h su soli 100 m.

Sfruttando l’abbondanza di dati disponibili grazie ai nuovi sensori a nostra disposizione, e introducendo norme matematiche più sofisticate, si otterrebbe un sistema di sanzioni più coerente e più equo, ma incomprensibile. Ma già oggi siamo soggetti a norme e regolamenti che si risultano incomprensibili: il criterio con cui la banca ci assegna un grado di rischio, l’algoritmo che usa l’assicurazione per definire il premio della nostra assicurazione sulla vita, il sistema fiscale. Il sistema potrebbe essere reso facile da usare dotando le auto di una spia di colore gradualmente variabile da verde a rosso, in grado di darci un idea del nostro “voto” istantaneo; oppure di un limitatore di velocità che ci tiene comunque entro i limiti.

Devo ancora pensare a come proteggere il diritto alla privacy, anche se mi sembra che l’abbiamo già scambiato col demonio per avere in cambio una fornitura illimitata di video di gatti.

Lascia un commento