Mamma il PM10 !

Se avessi tempo mi piacerebbe leggere il libro “ARIA PULITA” di Stefano Caserini (Bruno Mondadori editore – 2013), docente a contratto presso il Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale del Politecnico di Milano, oggi però dobbiamo accontentarci di un post veloce.

Tra le schede di approfondimento dell’autore di quel libro ve n’è una (“Scheda 5 Alcune serie storiche delle concentrazioni di inquinanti in aria”) che mostra l’andamento del PM10 dagli anni ‘70 a Torino (via della Consolata) e a Milano (via Juvara / via Pascal), stimando opportunamente i valori mancanti (perché il PM10 si misura a Torino solo dal 2002 e a Milano solo dal 1997).

Rielaborando le figure S5-2 di questa scheda ottengo questo:

da valutare rispetto ai limiti dell’Unione Europea validi dal 2005: media annua 40 µg/m3 e media giornaliera 50 µg/m3 con massimo 35 sforamenti in un anno.

Altro elemento di valutazione è che l’Unione Europea secondo cui dovevamo esser tutti morti già 30 anni fa è la stessa che ha creato il falso ideologico delle EURO 1/2/3/4/5/6.

Ma poi alla fine questo PM10 cos’è ? tra tutti gli indicatori inquinanti è quello più vago, che raggruppa particelle solide di origine e composizione chimica disparate solo sulla base di essere respirabili: fumo di sigaretta, fuliggine, polveri minerali, polvere allergenica di gatto, batteri essiccati …

Inoltre l’unità di misura in µg/m3 (microgrammi al metro cubo) mi dice il peso che ne respiro (ogni giorno respiriamo circa 10 m3 d’aria, se il valore di PM10 è 100 µg/m3 in un giorno ne respiro 1 milligrammo). Ma non mi dice quante ne entrano di talmente piccole (PM2.5) da entrare anche negli alveoli e quante da entrare addirittura in circolo nel sangue (PM1 = nanoparticelle).

In conclusione, negli ‘70 e ‘80 si stava davvero molto, molto peggio ma era vietato parlarne (“questo cielo grigio che ci dà lavoro a tutti quanti” si diceva a Milano) perché il potere aveva investimenti ingenti in impianti industriali in città.

Adesso che il potere non è più interessato all’industria locale (tanto gli impianti industriali sono in Cina, Serbia, Turchia…) ma è sempre interessato a vendere automobili, il sindaco di Torino mi terrorizza raccomandandomi di “non aprire porte e finestre”, e nello stesso momento mi fa capire che sono un pezzente ad avere ancora un’auto Euro 3 (la vocina dice “cambiala.. compra un EURO 6 che (per ora) non ha limitazioni alla circolazione”)

Tutto questo senza pianificare né offrire alternative valide (Piste davvero ciclabili ? Auto a metano ? Trasporti pubblici ?).

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