Nonsiti

La definizione originale di ‘nonluogo’ come ” spazio che non può definirsi identitario, relazionale, storico” (M. Augé 1992) è stata coniata per i luoghi fisici. Negli stessi anni nasceva Internet, adesso oltre ai luoghi fisici abbiamo i luoghi virtuali, i siti: c’è feisbùk, secondlaif, uordofworcraft, tribal, il blogghe. Quindi, c’era da aspettarselo, anche certi siti sono nonsiti, ma è più difficile accorgersene.

Nel mondo virtuale l’identità è spesso fittizia, e non sono possibili le relazioni concrete come in una piazza dove lo vedi se le persone si guardano, si riconoscono e si abbracciano. Nel nonsito in particolare si gioca con gli specchi e magari sembra che sia tutto un gioviale scambiarsi di effusioni, invece c’è un solo gnomo malefico nascosto da qualche parte che muove i simulacri e gli altri inseguono le ombre.

E’ anche questione di tempo. Se sono 150 anni che si fa il mercato delle pulci in un posto vorrà dire qualcosa. Se sono 5 anni che c’è un outlet vorrà dire che la storia vi scarseggia. Se l’emivita di qualsiasi fenomeno nel mondo virtuale si misura in mesi, si può parlare di storia ?

Che poi questi meccanismi te li ritrovi nel mondo reale: nel bar dove si pratica lo ‘speed date’ non tutte le identità sono reali e le relazioni genuine. E ti viene l’impulso di fare doppio clic su una persona per diventare amico o di cliccare in un punto sul mappamondo per andare là istantaneamente, come quando spostiamo l’avatar nel mondo virtuale.

1 thought on “Nonsiti

  1. Oppure, come argomenta Baricco, è già avvenuta una mutazione ed effettivamente, almeno per noi occidentali, il mondo reale si è plasmato sui tempi e modi del mondo virtuale ?
    “Il cuore della faccenda è lì, il resto è solo una collezione di conseguenze: la superficie al posto della profondità, la velocità al posto della riflessione, le sequenze al posto dell’analisi, il surf al posto dell’approfondimento, la comunicazione al posto dell’espressione, il multitasking al posto della specializzazione, il piacere al posto della fatica.” (I barbari, Fandango 2007).

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