Il centro commerciale ha un albero genealogico illustre: se nella civiltà romana, dominata da aristocrazie terriere, l’essenza della città era nella piazza, nell’arena e nelle terme (e così nella città greca), i segni di riconoscimento della città erano per gli arabi il suq (quartiere che ospitava il bazar), l’hammam e la moschea.
“Quel che gli arabi avevano in mente, tuttavia, non era tanto la funzione economica del mercato, quanto la facilitazione che esso offriva per i rapporti sociali”. (R. S. Lopez, citato in Scipione Guarracino, “Mediterraneo”, Bruno Mondadori 2007).
Il bazar, voce persiana, era ed è un mercato permanente, spesso coperto, in cui si potevano e si possono tuttora acquistare merci di vario genere, alimentare, abbigliamento, pelletteria, e servizi, di ristorazione, cambiavalute, barberia e altro ancora.
La città medievale europea, infine, grazie anche alla nascente borghesia mercantile, si è caratterizzata per la presenza delle piazze del comune, della cattedrale e per uno spazio che ospitava in modo non permanente mercati di merci e servizi (ibid.).
Bisognerà però attendere il XIX secolo perché in Europa si costruiscano i primi mercati e gallerie coperte: dapprima a Bruxelles negli anni ’30, poi, a Milano, la Galleria Vittorio Emanuele, le Halles a Parigi e via via in cento altre città (Marco Romano, “La città come opera d’arte”, Einaudi 2008). Si tratta di costruzioni site in zone centrali, che hanno abbellito e ridefinito l’identità di molte città, in modo analogo a quanto avvenuto successivamente per i grandi magazzini, comparsi nella seconda metà del XIX secolo (la Rinascente, in Piazza Duomo a Milano, i Magazzini Gum al Cremlino, le Galéries Lafayette a Parigi). Meno significativo, dal punto di vista urbanistico, l’impatto dei supermercati, grandi esercizi commerciali decentrati nei nuovi quartieri abitativi.
Il rovesciamento del paradigma avviene con il “Mall” nord-americano, figlio dell’automobile e della sub-urbanizzazione, del quale il nostro centro commerciale è erede diretto. E’ un mercato permanente (spesso aperto anche nei giorni festivi), coperto, locato in un’area extra-urbana, ampiamente dotato di parcheggi; vi si possono acquistare merci di vario genere, alimentare, abbigliamento, tecnologia, e servizi, postali, di ristorazione, di hair styling e altro ancora.
(1 – continua)