SAQ: DOVE SONO FINITI I NOSTRI SOLDI ?

Mi informo. Leggo. Quotidiani, riviste (mi perdoni Paolog), siti Internet, blog. Interrogo colleghi e amici, più o meno avvertiti. Ascolto Radio24, Radio Popolare, Radiotre. Ciò nonostante, sarò tardo, ma non ho capito. O almeno, ho capito solo una parte della questione.

Ho capito che il debito dello Stato è enormemente aumentato a causa della crisi cosiddetta dei “subprime”: in sostanza siamo tutti (tutti ?) più poveri. Dovremo pagare più tasse; le nostre pensioni, l’assistenza sanitaria, la scuola, tutti i servizi pubblici sono a rischio. Potrebbero scomparire, oppure essere fortemente decurtati. Fin qui è molto spiacevole, ma chiaro.

Nella mia ingenuità e ignoranza dei meccanismi profondi dell’economia, immagino che, se qualcuno ci ha perduto, altri avranno guadagnato. Ebbene: chi ha guadagnato ?

L’americano medio, che ha consumato l’iradiddio spendendo i soldi che non aveva ? I manager dei gruppi bancari che hanno ricevuto bonus esagerati ? I grandi finanzieri che hanno speculato e continuano a speculare sui debiti di stato ? I fondi sovrani di Cina e paesi del Golfo ? I misteriosi “interessi potenti” e occulti, accusati da Papandreou ? Oppure semplicemente i paesi capitalisti hanno vissuto, di bolla in bolla, al disopra dei loro mezzi, fin quando i nodi non sono arrivati al pettine ?

Qualcuno me lo può dire ? Quando lo Stato non sarà più in grado di pagarci la pensione o l’assistenza sanitaria, sapremo a quale porta bussare.

1 thought on “SAQ: DOVE SONO FINITI I NOSTRI SOLDI ?

  1. La dura realtà è che questi soldi hanno smesso di esistere o forse addirittura non sono mai esistiti.

    Il sistema è basato sugli insegnamenti di Mefistofele che consiglia di cartolarizzare i tesori che giacciono nel profondo del terreno, infatti “Ein solch Papier, an Gold und Perlen Statt, Ist so bequem, man weiß doch, was man hat; Man braucht nicht erst zu markten noch zu tauschen, Kann sich nach Lust in Lieb und Wein berauschen” (con questi titoli al posto di oro e perle, è così comodo e uno sa quello che ha in mano; non c’è necessità di commerciare o scambiare e ci si può stordire nel vino e nell’amore).

    Il consiglio è stato ed è applicato sistematicamente, se le cose non vanno più bene, apprendiamo dalla documentata analisi apparsa sul quotidiano britannico The Guardian il 5 dicembre 2009 “Big savers got us into this mess, as well as big spenders “, la colpa certamente è dei risparmiatori !
    O stolti, voi avete scambiato il frutto del vostro sudore con questi pezzi di carta, attratti dai facili guadagni, è colpa vostra se ne abbiamo stampati un pò troppi !

    Termino con la mia citazione preferita in questi casi: “vanità delle vanità, tutto è vanità”

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