Non ha trovato molta eco nei media italiani la notizia di qualche mese fa della falsificazione dei certi dati sperimentali contenuti in certe pubblicazioni dell’ex collaboratore dell’Università Medica di Vienna Hugo Rüdiger.
I fatti sono ampiamente discussi in vari articoli in lingua tedesca, reperibili con il vostro motore di ricerca preferito con la stringa Hugo Rüdiger GSM.
Si tratta di pubblicazioni che sostenevano gli effetti negativi sulla salute delle radiazioni dei telefoni senza fili GSM ed UMTS. Le pubblicazioni sospette:
- Elisabeth Diem, Claudia Schwarz, Franz Adlkofer, Oswald Jahn and Hugo Rüdiger “Non-thermal DNA breakage by mobile-phone radiation (1800 MHz) in human fibroblasts and in transformed GFSH-R17 rat granulosa cells in vitro” Mutation Research/Genetic Toxicology and Environmental Mutagenesis, Volume 583, Issue 2, 6 June 2005, Pages 178-183, http://dx.doi.org/10.1016/j.mrgentox.2005.03.006
- Claudia Schwarz, Elisabeth Kratochvil, Alexander Pilger, Niels Kuster, Franz Adlkofer and Hugo W. Rüdiger “Radiofrequency electromagnetic fields (UMTS, 1,950 MHz) induce genotoxic effects in vitro in human fibroblasts but not in lymphocytes“, International Archives of Occupational and Environmental Health, Volume 81, Number 6 / May, 2008, http://dx.doi.org/10.1007/s00420-008-0305-5
Alle contestazioni reagì nel maggio 2008 niente popò di meno che il Rettore (“Il Rettore dell’Università medica di Vienna chiede agli autori che fanno capo alla sua università di ritirare i lavori”). Nel luglio 2008 poi l’annuncio “finale”: “Il Dr. Hugo Rüdiger, ex Direttore del dipartimento clinico per la medicina del lavoro ed Emerito dal 2007 ha ritirato, dopo una audizione davanti al consiglio per l’etica scientifica … inizialmente una … (la seconda) di due pubblicazioni contestate su un supposto effetto dannoso sul DNA delle radiazioni dei telefoni cellulari…”.
La controversia in realtà non è chiusa come dimostra lo scambio di lettere tra Gretchen Vogel e Vini G. Khurana su Science.
Non sta a noi tirare le somme, ma parlarne non sarebbe male: l’argomento è interessante, la posta in gioco è alta. Se invece fosse un buco nell’acqua come contenuti, almeno è un occasione per discutere e riflettere su serietà scientifica, scienza a pagamento, scienziati in vena di notorietà, lobby industriali senza tabù…