DIZIONARIO FILOSOFICO: VERGOGNA

“Turbamento o timore che si provano per azioni, pensieri e parole che sono o si ritengono sconvenienti” (Cortellazzo-Zolli, Dizionario etimologico della lingua italiana).

Oltre al significato riportato in esergo, esiste un’interpretazione dialettale del termine, almeno nel nord Italia, che rimanda al pudore, o addirittura alla timidezza.

Quale ne sia il significato sotteso, nel mondo rappresentato dai media italiani l’esortazione alla vergogna è molto frequente, quasi un eco del “pentitevi!” così diffuso appena prima e dopo l’anno Mille. E’ sufficiente non essere in sintonia, con parole o azioni, col proprio interlocutore, per essere immediatamente invitati alla vergogna, come a un riscatto da tutte le malvagità proprie e del mondo intero. A differenza dei predicatori medievali, che intendevano mondare l’umanità dai peccati segnalati da madre chiesa, gli attuali fanno riferimento a codici diversi: del partito o clan di appartenenza, o addirittura  personali.

Paradossalmente, nonostante i ripetuti inviti, pare che nel mondo rappresentato dai media italiani la vergogna sia un sentimento sconosciuto ai più. Pochi provano turbamento per azioni sconvenienti, e anzi molti se ne vantano e mai se ne assumono le responsabilità;  pochissimi esprimono qualche forma di pudore, preferendo il quarto d’ora o i sei mesi di celebrità, con tutti i vantaggi connessi, alla difesa dei propri sentimenti o del proprio corpo.

Per fortuna, nel mondo di chi scrive (anche di coloro che leggeranno?) sono rare le esortazioni alla vergogna, ma al contrario esistono ancora molte persone in grado di provare fastidio e dispiacere per proprie azioni sconvenienti, o di essere riluttanti alla pubblica esibizione dei propri sentimenti e del proprio corpo.

P.S. Leggo, dopo il completamento di questo articolo, e prima della sua pubblicazione, il seguente commento. A proposito del rimpasto di governo, scrive Gramellini sulla “Stampa” : “il vero tratto distintivo di questa casta di macchiette non è più nemmeno l’incompetenza. E’ la mancanza di vergogna.”

Se una classe politica rappresenta, nel bene e nel male, i cittadini da cui è stata eletta, che davvero l’intera Italia sia senza vergogna ?

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