La prossima settimana è in programma a Milano “Unexpected Israel” (http://www.unexpectedisrael.it/), un invito a scoprire lo stato mediorientale dal punto di vista economico, culturale e turistico. Puntuali sono arrivati, da gruppi sedicenti filo-palestinesi, appelli e minacce, per boicottare l’iniziativa.
Vorrei proporre ai boicottatori alcune mie riflessioni.
E’ legittimo, in ogni democrazia, boicottare, o invitare a farlo (nel senso di disertare l’appuntamento), una proiezione, conferenza o manifestazione i cui scopi non si condividono: l’insuccesso dell’evento sarebbe di per sé una propaganda delle posizioni ad esso contrarie. Altrettanto legittimo è esprimere in forma pacifica le proprie idee in concomitanza di tali manifestazioni, proponendo in tal modo un contraddittorio che amplierebbe i punti di vista sul tema in questione. Meno legittimo è che una minoranza impedisca, con mezzi anche violenti, l’esercizio del diritto di tribuna, quando i più sarebbero ben felici di partecipare all’evento. Non in mio nome: io intendo avvalermi del diritto di visitare lo stand di “Unexpected Israel” e di partecipare o meno alle varie iniziative, secondo il loro contenuto.
“Occupazione sionista della città di Milano” ? Di cosa stiamo parlando ? Di quale Israele ? Israele, come tutti i paesi dell’area, è ricco di persone, luoghi e contraddizioni. Ne sono parte Netanyahu, la destra religiosa, l’esercito che spara sui dimostranti palestinesi. E’ anche, contrariamente a molti paesi dell’area (anche di quelli che vorrebbero cancellarlo), una democrazia; non è, contrariamente a molti paesi dell’area, uno stato confessionale; è uno stato multietnico, in cui il 20% circa della popolazione è araba, con diritto di voto e una qualità della vita migliore degli immigrati asiatici in Arabia Saudita o Abu Dhabi. Israele è ricco di cultura, antica e contemporanea, di validi scrittori, cineasti; di ricerca e innovazione; ospita numerosi gruppi pacifisti, è il luogo di nascita dei kibbutz. Senza contare le bellezze naturali e monumentali, antiche e recenti (Tel Aviv, che recentemente ha festeggiato i cent’anni di vita). Si vuole boicottare Noa ? Oppure David Grossmann ? O la conferenza sull’architettura dei kibbutz ?
Conoscere è certamente una gioia, un arricchimento, ma è talvolta una fatica, poiché rischia di mettere in crisi le proprie convinzioni, di mutarle. E’ questa la ragione per cui si vuole impedire la manifestazione ? Perché conoscere nuovi aspetti di Israele potrebbe creare qualche dubbio ? Aprire crepe nelle granitiche certezze ? Modificare l’idea immutabile di Israele che sta nelle teste dei cosiddetti “filo-palestinesi” ? Via, proviamo ad abbandonare questo modello del mondo che somiglia tanto ai western di John Wayne.
Ah, dimenticavo. Anch’io sono filo-palestinese. Senza per questo essere anti-israeliano.
Concordo su tutto. A proposito della popolazione e del diritto di voto, c’è però chi fa notare come nella Knesset siano meno rappresentate le “etnie non-ebraiche”.
Ma prima di guardare il fuscello nell’occhio altrui… facciamo un confronto:
Fonti:
http://en.wikipedia.org/wiki/Knesset
http://en.wikipedia.org/wiki/List_of_Arab_members_of_the_Knesset
http://www.cbs.gov.il/www/yarhon/b1_e.htm
http://www.istat.it/salastampa/comunicati/non_calendario/20101012_00/
http://forum.moldweb.eu/topic/7543-parlamento-italiano-deputati-stranieri/
Per l’Italia il conteggio dei parlamentari non appartementi al gruppo etnico dominante è fatto col criterio non troppo scientifico di cercare nomi e cognomi che non finiscono con una vocale (!), e risulta:
Camera, 7 su 630 deputati:
BRUGGER Siegfried
HOLZMANN Giorgio
SBAI Souad
TOUADI Jean Leonard
ZELLER Karl
Senato, 3 su 315 senatori:
CASELLI Esteban Juan
PINZGER Manfred
THALER AUSSERHOFER Helga