L’oro è un metallo con poche applicazioni pratiche, la principale come rivestimento nei contatti elettrici (se ne trova in tracce nei nostri telefoni e computer). Esercita un certo fascino, tant’è che fin dalla notte dei tempi anche gli ominidi dalla fronte più bassa hanno compreso che con quelle pepite sparluccicanti si poteva far colpo sulle ragazze o sugli dèi (e funziona ancora oggi).
Ma il vero motivo per cui tutti noi siamo disposti a venderci il culo oggi per averne, è la speranza che domani ci saranno altri disposti a vendersi a loro volta per ricomprarlo. E il motivo per questo interesse futuro è la sua scarsità.
Nel sistema solare (Lodders 2003) ci sono sei atomi d’oro ogni mille miliardi di atomi: solo certe speciali reazioni nucleari sulle stelle possono produrlo.
Sulla terra ce n’è relativamente di più: la stima sull’abbondanza dell’oro sulla terra nel suo complesso è 160000 atomi d’oro ogni mille miliardi di atomi (McDonough 1999). Purtroppo la maggior parte è nel ripieno incandescente del pianeta, a noi inaccessibile, dove l’oro si concentra perchè pesante ed affine chimicamente agli elementi che compongono il nucleo.
A noi interessa la crosta, quello straterello di poche decine di chilometri che ci galleggia sopra: lì la stima è 3100 atomi d’oro ogni mille miliardi di altri atomi. Non male, persino più di quello che ci si aspetterebbe: tanto che alcuni (Matthias Willbold et al. 2011) hanno ipotizzato una “recente” pioggia di meteoriti ricchi in oro che avrebbe arricchito con questo metallo gli stati superficiali del pianeta.
Insomma è una risorsa naturale scarsa quindi chi lo possiede ha una speranza futura di poterlo rivendere e trasformare in altri beni che gli dovessero servire più avanti (coperte, patate, candele…). Il meccanismo funziona alla perfezione, come si evince dal grafico della quotazione dell’oro in € al kg (scala a destra) negli ultimi 11 anni:
Ai tempi degli ominidi però, nell’età dell’oro appunto, non era difficile trovarne ! Bastava avere l’occhio buono, ragionare sulla qualità della sabbia fluviale, osservare i cumuli, il colore della terra in superficie, e in poco tempo e grattando con le nude mani o setacciando con mezzi di fortuna si ne portava un bel po’ nella grotta.
Certo, non non siamo come Qfwfq: non c’eravamo a quei tempi, ma possiamo tirare a indovinare guardando ed estrapolando quello che trovano gli archeologi – se arrivano prima dei tombaroli.
Ad esempio:
- Il tesoro di Villena (Alicante, Spagna) rinvenuto nel 1963 contiene 9 kg di oro (Soler 1965)
- Ciò che rimane del tesoro di Caldas de Reyes (Galicia) oggi sono 15 kg ma secondo le testimonianze dei ritrovatori ne erano stati trovati 50 kg, la buona parte dei quali fu venduta di frodo; tra ciò che resta: anelli da collo da 1/2 kg, torque da 25 cm del peso di 870 g ciascuno, braccialetti da 700 g (Pingel 1985) che a indossarli tra l’altro irrobustiscono i muscoli della spalla
- Il tesoro di Varna (Bulgaria) risalente a 5000-6000 anni fa, scoperto nel 1972, per un totale oltre 6 kg d’oro in centinaia di tombe; quella più rilevante probabilmente un prete o un tronista, con 990 oggetti, per un totale di 1.5 kg
- il più recente tesoro di Decebalo scoperto durante la campagna di Traiano in transilvania (106 a.c.) nella valle del fiume Sargetia e depredato dai conqustatori romani stessi; una restante parte du scoperta nel 1542, e ammontava a 370 kg
- il tesoro di Eberswalde (Germania): 2.59 kg
- Le Tumbas Reales de Sipán in Peru
- la maschera di Agamemnonne, ammesso che sia vera, 3500 anni fa, 168,5 g
Braccialetti da 700 g… 1500 g di oro in una sola tomba… sono quantità enormi se rapportate all’economia di un popolo preistorico. E’ difficile fare confronti perchè l’€ non esisteva 10000 anni fa, ma se questa gente vivesse ora, in uno stato a sé, con le lance di bronzo e i vasi di terracotta, il loro PIL pro-capite sarebbe certamente inferiore a quello di qualsiasi stato africano, forse 40 € l’anno. Tradotto in oro, alla quotazione attuale non più di 1 grammo ogni anno: insomma 1500 g per loro sarebbero pari a 1500 anni di reddito pro-capite. O guardando la cosa al contrario, e rapportando 1500 anni di reddito pro-capite alle nostre condizioni, sarebbe come se uno di noi per la sua sepoltura si portasse nella bara 20 milioni di € di metallo giallo.
D’altronde se è vero che 2001 c’era in circolazione una quantità totale di oro pari a 140000 tonnellate, fanno 20 g a testa per abitante del pianeta (vedi in merito la storia del pollo di Trilussa). Comunque migliaia di anni fa quando sulla terra c’erano solo pochi milioni di uomini, di oro ce n’era abbastanza da permettere a un capotribù alla periferia dell’impero di regalare vistosi catenacci d’oro alla sua innamorata.
Tutto questo vuol dire che 6000 anni fa la quotazione dell’oro era molto più bassa di oggi: il metallo era più accessibile ed abbondante, se rapportato all’esigua popolazione mondiale. Quindi “valeva” meno: era meno prezioso.