Gli utenti di WhatsApp sono dei coglioni

Se gli utenti di facebook sono degli idioti, allora gli utenti di WhatsApp sono dei coglioni.

Ricevo un SMS da un amico che stimo: “antico, installa WhatsApp!“: come siamo arrivati a ciò ?  L’applicazione WhatsApp va di moda perchè permette di inviare SMS ed MMS gratis dallo smartphone. Dunque il mio caro amico coglione ha installato quest’applicazione sul suo telefono, poi ha schiacciato OK alla seguente finestrella:

Cos’è successo dopo ? L’app si è risucchiata tutta la sua rubrica di 500-1000 contatti, compreso il mio numero. Poi (non mi è chiaro se con o senza il suo permesso) mi ha inviato questo SMS.

E pensare che c’è chi si fa scrupolo di diffondere un singolo numero di telefono cellulare. In questo caso la compromissione è doppia. Non solo la dinamica startup californiana si costruisce un elenco telefonico globale più aggiornato di qualsiasi elenco telefonico a noi disponibile: costoro sanno anche chi ha nella rubrica chi, cioè la struttura delle reti sociali tra le persone, un informazione di grande valore (NOTA: la frase “We do not collect names, addresses or email addresses, just mobile phone numbers.” – “non raccogliamo nomi, indirizzi o indirizzi email, solo numeri di telefono” presente nei termini e condizioni di WhatsApp è una vuota affermazione; se una cosa è tecnicamente possibile, la faranno; se non la faranno per motivi di business, la faranno se glielo chiede l’FBI).

Come è possibile che una persona saggia e misurata come il mio amico possa avere commesso una tale violazione su larga scala della riservatezza ? La risposta sta nella frettolosa e superficiale adesione in massa alle innovazioni tecniche portate da internet, senza prima valutare le implicazioni.

Bisogna sempre confrontare i nuovi servizi di comunicazione che ci propongono con il telefono o anche con internet 1.0, quella inventata nei laboratori universitari prima che la massa cieca si buttasse sul Web 2.0 come una mandria di pecore. Se uno confronta il telefono o internet o la posta elettronica con WhatsApp, emergono delle differenze fondamentali.

Quando telefono, il mio corrispondente è identificato da un numero; il collegamento tra il numero e il nome del corrispondente ce l’hanno gli operatori telefonici per quanto riguarda i loro clienti, mentre l’elenco del telefono globale è manutenuto da società terze. Tutti (operatori e gestori degli elenchi) devono sottostare alle normative italiane e comunitarie compreso il servizio di blocco del telemarketing col registro delle opposizioni.

Quando mi collego a internet, il mio provider mi assegna un numero unico che spesso è temporaneo, per esempio 208.43.122.132. Quando visito dei siti web per questi fornitori di servizi / informazioni io sono il signor 208.43.122.132 e non hanno nessun modo per conoscere la mia reale identità – almeno fintanto che non mi autentico (ovvero non mi identifico con un certo username legato alla mia carta di credito o al mio numero di cellulare). Per legge, se lo richiede il giudice, gli operatori sono obbligati a dire chi era il signor 208.43.122.132 il mercoledì 7 novembre 2012 alle 18:03, ma siamo tranquilli perchè la legge è uguale per tutti (!).

Quando scrivo una mail in chiaro, la mia privacy è a rischio esattamente come quando mando una cartolina, però almeno il mio corrispondente può usare un servizio di posta elettronica diverso. Il mio gestore può tecnicamente sbirciare tutte le mail che invio e ricevo, così come il suo quelle che riceve ed invia lui. Ma nessuno le può sbriciare tutte. E noi siamo liberi di cambiare gestore, usare account email civetta  e se proprio siamo paraoici possiamo addirittura installare sul nostro client di posta un estensione che supporta la crittografia.

In sintesi, la differenza fondamentale è che le cose turpi, come l’incrocio di dati, lo spionaggio sistematico, o la raccolta di dati personali non sono proprio tecnicamente possibili, o se lo sono, sono vietate dalla legge. Inoltre c’è un percorso di enforcement effettivamente percorribile per punire i cattivi.

Un consiglio quindi: prima di usare un nuovo servizio o una nuova tecnologia di moda, valutare se ottempera a questi quattro requisiti:

  1. usa standard aperti ? WhatsApp usa una versione modificata e proprietaria dello standard aperto di messaggistica XMPP
  2. è decentrato ? WhatsApp si basa su un server centrale
  3. posso cambiare operatore ? non è possibile dialogare con qualcuno che non ha WhatsApp (lock-in)
  4. il foro competente è nella mia legislazione ? WhatsApp ha sede a Santa Clara, California, USA e l’ADICONSUM non potrà mai fargli causa, nè il garante per la privacy imporgli alcunchè.

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