Questo post serve a due scopi. Da un lato Calomelano soffre di calo di audience, quindi è imperativo catturare l’attenzione del pubblico anche con mezzucci come la parola “sesso” e un’immagine di pura mercificazione del corpo femminile (conforme allo spirito del nostro tempo ancorché datata).
Dall’altro è un’altra pietruzza sul filo rosso che sta cominciando a delinearsi, a cavallo delle parole chiave naturale – limiti – disintermediazione.
La locuzione “senza limiti” riecheggia testualmente o per immagini nella pubblicità di profumi, automobili e compagnie telefoniche, e si accompagna volentieri alla sfera sessuale.
A intralciare lo sforamento dei limiti ci sono ancora delle leggi e norme non scritte che si frappongono tra noi e la libertà completa. La società odierna incoraggia il sesso principalmente nell’ambito del matrimonio monogamico, con l’intermediazione del sindaco o del prete; l’incesto o la violazione dei limiti di età (16 anni) sono puniti. Presto tutto ciò avrà fine, nell’ambito del processo di liberalizzazione che stiamo vivendo da 4 decadi a questa parte. E’ lecito chiedersi se a sostituzione della legge degli uomini possa guidarci la legge della natura, che immaginiamo prediliga i rapporti inter-specifici potenzialmente fruttiferi ed sfavorisca quelli omosessuali o trans-specifici (zoofilia).
Proviamo a vedere cosa succede se il sesso è senza limiti, però secondo natura – ma per evitare complicazioni legali nel presente affrontando il tema con due narrazioni, una nel passato remoto e l’altra in futuro prossimo; futuro a portata di mano dei nostri figli o forse dei nostri nipoti, non appena gli ultimi paletti e gli ultimi tabù saranno saltati.
Spostiamoci dunque prima in una caverna alto-pleistocenica, da qualche parte in Africa, dove vive da poche settimane una tribù di homo sapiens nomadi.
La vita di questa gente avviene secondo natura, cioè nell’osservanza delle regole della biologia che impone la riproduzione e il miglioramento della specie. Il maschio dominante si sceglie le femmine più valide e le copre. Con il favore dell’oscurità i maschi giovani più temerari sfidano la sua autorità e le visitano a loro volta, mantenendo in circolo i geni del coraggio e della visione notturna.
Nelle fredde notti imperversa lo ‘ndò-cojo-cojo selvaggio, e nessuno si ricorda più bene chi è figlio o figlia di chi (non esiste ancora la parola “figlio” !) quindi l’incesto avviene spesso e volentieri, anche a cavallo delle generazioni. Si può essere precisi sapendo che la speranza di vita è 40 anni, i giovani diventano fecondi a 13 anni, e la menopausa subentra a 35 anni.
Ad esempio Anna genera Bruno a 13 anni, Bruno a 13 anni giace con la madre Anna che all’epoca ha 26 anni, e genera Carmine; Carmine a 13 anni giace con Anna ma non generano perché Anna all’epoca ha già 39 anni.
Oppure Antonio genera Barbara a 13 anni, e Barbara a 13 anni genera Caterina (quando Antonio ha 26 anni). Caterina sempre a 13 anni giace col nonno Antonio che all’epoca ha già 39 anni e genera Zoe.
Riassumendo, una donna pleistocenica poteva avere una relazione incestuosa fruttifera col figlio ma non col nipote. L’uomo pleistocenico invece poteva avere una relazione incestuosa fruttifera anche colla nipote.
Adesso fast forward di 200000 anni: proiettiamoci nella Shanghai del XXII secolo. Qui sono decaduti ormai tutti i tabù e tutte le regole, gli uomini e le donne si accoppiano come se piovesse e senza stare troppo a guardare: eccoci nella seconda età d’oro dello ‘ndò-cojo-cojo.
Adesso però la speranza di vita è 100 anni, i giovani diventano fecondi a 15 anni, e la menopausa subentra a 50 anni.
Ad esempio Anna genera Bruno a 15 anni, Bruno a 15 anni giace con la madre Anna che all’epoca ha 30 anni, e genera Clezio. Clezio a 15 anni giace con la nonna Anna che all’epoca ha 45 anni, e genera Daniele. Daniele sempre a 15 anni giace con la bisnonna Anna ma non generano perché Anna all’epoca ha già 60 anni.
Oppure Antonio genera Barbara a 15 anni, e Barbara a 15 anni genera Caterina (quando Antonio ha 30 anni). Caterina a 15 anni giace col nonno Antonio che all’epoca ha 45 anni e genera Donata. Donata a 15 anni giace col bisnonno Antonio che all’epoca ha 60 anni e genera Elisa. Elisa a 15 anni giace col bis-bisnonno Antonio che all’epoca ha 75 anni e genera Fabiola. Fabiola a 15 anni giace col bis-bis-bisnonno Antonio che all’epoca ha 90 anni e genera Giovanna.
Riassumendo, una donna del XXII secolo potrà avere una relazione incestuosa fruttifera col nipote ma non col pro-nipote. L’uomo del XXII secolo invece potrà avere una relazione incestuosa fruttifera anche colla pro-pro-pronipote.
In ogni caso tutti questi scenari fanno un po’ ridere perché ho scelto di considerare innaturali gli ormoni, il controllo delle nascite e la biologia molecolare (chissà perché poi): se entra in scena la provetta, allora davvero non c’è limite a quello che si può fare !
In conclusione, questi incesti da primato non sono significativi in sé, quanto come estremizzazione di situazioni meno trasgressive ma più concrete: il potenziale incestuoso si traduce in pratica in una concorrenza sessuale tra le generazioni, che può arrivare fino alla quinta generazione !.