Martino in cammino nel suo pigiamino col flautino in tasca oltre che un parossismo di suffissi ipocoristici è il più simpatico eroe di una fiaba che abbia mai incontrato.
L’autrice, Laura Palumbo, è un competente ed esperto avvocato, ma qui è soprattutto la zia affettuosa che scrive una storia cucita su misura per i nipotini dove, oltre all’affetto premuroso nei loro confronti, rivela felicemente un vero talento di narratrice, ironica, divertente e sapiente.
Dopo un capitombolo iperbolico al seguito di un buffo e irritabile Pinguino, Martino si troverà catapultato nel Paese delle Fiabe Sbagliate e vivrà bizzarre avventure ed esperienze nel regno di re Agatone e regina Giunchiglia, conoscerà lo strampalato e smemorato mago Org, un mago inventore molto frustrato e molto pasticcione, l’orribile strega Bofonchia, perdutamente innamorata di Org, la meravigliosa Principessa Fio’, che gli provocherà i primi contorcimenti amorosi e una quantità di originalissimi personaggi e comprimari.
Le peripezie stravaganti di Martino, chiamato a soccorrere e divertire il principe Azzurro, il figlio perennemente annoiato di Agatone e Giunchiglia, si susseguono con un ritmo apparentemente svagato e balordo, ma sono sostenute da un abilissimo congegno narrativo che porterà allo scioglimento e al lieto fine.
Tra gnomi puzzoni, mirabolanti draghi meccanici in volo periglioso e pericolante, cespugli parlanti, incantesimi e visioni, banchetti di corte fantasmagorici e deliranti il racconto si snoda magicamente, è il caso di dirlo, attraverso le trovate geniali e scintillanti della formidabile narratrice la cui felice vena umoristica gioca sorniona e ammiccante con nomi, situazioni e topoi fiabeschi: la barba animata di Org dispettosa e narcisa, Oca Giuliva, l’ assistente di Org, bizzosa e ruvidmente accudente, un’ Eco capricciosa, svogliata, menefreghista e permalosa che dimentica o trascura di rispondere alle voci, non è mai dove dovrebbe essere, si trova sempre dove non dovrebbe e non è d’aiuto alcuno ai viandanti, sono tra le invenzioni più spassose che abbia mai incontrato in una narrazione fiabesca.
Laura si diverte e ci diverte davvero recuperando il vario armamentario e materiale delle fiabe, tradizionali e d’autore, reinventandolo ed elaborandolo secondo il suo estro: sveste, riveste e traveste i personaggi evocando e ammiccando di continuo, disseminando ovunque citazioni e richiami, il Pinguino che assomiglia tanto al Bianconiglio di Alice nel Paese delle Meraviglie, stizzito, bizzoso e brontolone, in ritardo di rito (così come Giunchiglia è una Regina di Cuori più bonaria e paciosa) ma ricorda anche il pinguino cameriere nel quadro animato di Mary Poppins; Mago Org, che pure assuona tanto con il mago di OZ, è un Merlino che ha attraversato il ciclo bretone arturiano, è passato attraverso il restyling della Disney ed è arrivato nel Paese delle Fiabe Sbagliate più arruffato e inconcludente che mai ma ancor più originale e simpatico, la strega Bofonchia è una Maga Magò meno perfida e più sgarrupata in quella tragicomica e grottesca coppia insieme a quella sottospecie di rapace che le sta appollaiato sulla spalla e che le fa da spalla, quando non scivola penosamente a terra per inerzia e inedia.
Qualcosa di nuovo insieme di antico si impasta e balugina in questa originalissima narrazione che rinnova con accenti personalissimi e uno stile impeccabile il perpetuo e meraviglioso narrare di tutti i tempi.
Bellissima la copertina, guarda caso realizzata da una nipotina dell’autrice, in cui campeggia un mago Org la cui lunga e sinuosa barba assomiglia, con intuizione iconica felicissima e di fortissimo impatto metonimico e metaforico, a una strada, una delle innumeri, tortuose strade percorse dagli eroi viandanti di cui Martino è un inedito e formidabile erede (non un semplice e astratto carattere di genere, a rivestire il ruolo-funzione di protagonista nella archetipica struttura fiabesca, piuttosto un bel caratterino temperamentoso, con una sua psicologia definita e ben tratteggiata).
Io ho deciso, adotterò questo bellissimo racconto nella mia prima – sono insegnante di scuola media – e insegnerò ai miei allievi meccanismi, struttura e caratteristiche del genere fiaba servendomi di questo meraviglioso modello.