Quotidiani, carta e digitale

Un quotidiano è un mezzo di informazione che si pone come obiettivo di umanizzare il flusso indiscriminato delle notizie che ci bombardano 24 ore al giorno da tutto il globo, sincronizzandolo col ritmo circadiano di sonno / veglia, reattività e riflessione nostro e dei giornalisti che vivono nel nostro stesso fuso orario.

Sul digitale come fa un quotidiano a farsi pagare, cosa deve dare gratis, e quando deve pubblicare ?

A un estremo c’è l’hard paywall: il Manifesto e il Wall Street Journal non ti fanno leggere quasi niente se non sei abbonato (premium).
All’altro estremo c’è The Guardian: tutto è visibile, abbonatevi se volete (free).

Ho fatto esperienza diretta due quotidiani italiani che hanno scelto l’approccio freemium (free + premium): Rep: e il Fatto Quotidiano Premium.
Vediamo come gestiscono le differenze tra il canale digitale freemium e la carta.

Trascurando i benefit fittizi concessi agli abbonati digitali come vedere il sito senza pubblicità (lo vedevo anche prima senza pubblicità grazie all’adblock), il vero vantaggio dell’abbonamento digitale è che ti dà l’accesso ad una sezione del sito visibile solo agli abbonati.
Questa sezione a differenza del resto del sito visibile a tutti viene aggiornata una volta al giorno (ad esempio a mezzanotte e un minuto oppure alle 6 di mattina), e rispecchia testualmente quello che viene pubblicato sulla carta.
Qui trovi le grandi firme, gli articoli di commento “del giorno prima”.
Invece le notizie che ti bombardano in tempo reale sono visibili a tutti così le puoi condividere con chiunque aumentando i click e la pubblicità del sito.

Quindi se il giornalista “premium” finisce di scrivere l’editoriale alle 11 di mattina, tu che sei abbonato digitale devi aspettare quasi 24 ore per leggerlo, esattamente come l’abbonato cartaceo.

Per un quotidiano carta e digitale sono due canali di distribuzione alternativi, esattamente come lo sono per un venditore di scarpe il negozio in franchising e il negozio on-line. O per una casa di distribuzione di film le sale cinematografiche e le piattaforme di streaming.

I canali fisici (carta, negozio, cinema) sono lenti e costosi, e dipendono dagli intermediari (magazzini all’ingrosso, distributori, negozianti…). I canali digitali sono istantanei, a costo di distribuzione trascurabile e possono essere completamente disintermediati (anche se spesso un intermediario rimane: netflix o amazon …).

Per chi voglia mettere sul mercato scarpe, notizie o film la tempistica con cui far arrivare al consumatore il prodotto nuovo è importantissima. Bisogna decidere se sia accettabile favorire i consumatori che usano il canale digitale, dandogli l’accesso prima degli altri.

Non c’è una regola: per le scarpe normalmente magari non è importante quindi le trovi “disponibili” sul negozio online prima di vederle nei negozi. Per i film si rallenta artificialmente la distribuzione sul canale digitale, per dare un vantaggio alle sale cinematografiche (altrimenti al cinema non ci andrebbe più nessuno).

Sembra che questi due quotidiani abbiano fatto una scelta analoga ai distributori di film: per tenere in vita la carta, si rallenta il digitale.

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