C’è un film cileno in giro, ha vinto ai festival, è una fucilata in fronte. Il personaggio principale Raúl, si proietta nel futuro dalla Santiago della dittatura, fuori fuoco e sbiadita nello sguardo del regista Pablo Larraín. Arriva diretto fino a noi con la sua follia, senza polveri bianche nè pasticche blu porta alle estreme conseguenze quello che simbolicamente rappresentava il personaggio di Febbre del sabato sera.
Arrivista, monomaniaco, incapace di invecchiare, egocentrico: come tutti noi.