I mass media sono pieni di dati simili a quello che troviamo nel comunicato dell’Unione Petrolifera Italiana del 13 luglio: “I consumi petroliferi italiani nel mese di giugno 2009 hanno fatto segnare una flessione del 4,5% … rispetto allo stesso mese del 2008″. A parte che rivolgersi all’Unione Petrolifera per conoscere l’andamento del mercato dei combustibili da autotrazione è come chiedere ai ladri come va il business del furto. A parte che i serbatoi di tutte le automobili in circolazione sono tanti, e se gli italiani fanno il pieno il primo o l’ultimo del mese balla il 10% del consumo mensile. A parte che se si consuma meno non è un male: automobili più parsimoniose, decrescita, passaggio a combustibili alternativi come il metano…
Detto tutto questo, è interessante osservare che:
- calano vistosamente i consumi di benzina, per il gasolio è meno chiaro
- le fluttuazioni tra un mese e l’altro sono dell’ordine del 15%, quindi parlare di “flessione del 4,5%” su base mensile è privo di significato
- il trend è in calo dall’aprile 2006 al giugno 2009, con un -2,7% annuo medio
- si può dire che il calo si è accelerato nell’ultimo anno, qui il trend è -5,8% annuo
In conclusione, ai numeri si può far dire tutto. Il dato della variazione percentuale rispetto allo stesso mese dell’anno precedente è soggetto ad errore a causa delle fluttuazioni e si presta ad un interpretazione ottimistica poco significativa (se il tracollo è iniziato ad ottobre 2008, quando usciranno i dati per ottobre 2009 potremmo anche avere un segno più ma sarà illusorio). E la crisi è iniziata da mò.