Problema: c’è ancora chi ha fame su questa terra, e paradossalmente la ragione è che una elite di obesi in rapida espansione richiede grandi quantità di trigliceridi e proteine animali. Ma questi vengono prodotti per mezzo delle coltivazioni di palma e l’allevamento di mucche, quindi ecco la fame nel mondo e forse la distruzione del pianeta!
Soluzione: la crocchetta.
Come già hanno appreso i nostri amici felini, le crocchette sono lo stadio finale di un evoluzione partita dall’agnolotto e dalla polpetta, passando dalla salsiccia, l’hamburger e il surimi. Sono la versione più perfetta del cibo-spazzatura, che può avere qualsiasi sapore e contenere qualsiasi cosa; magari grassi sintetici derivati dal petrolio o proteine simili a quelle animali ottenute da alghe-fagiolo OGM coltivate in apposite vasche idroponiche nel deserto.
Con le crocchette ingrassare è dannatamente facile e l’impronta ecologica si riduce notevolmente. Ora, sappiamo che convincere un gatto a cibarsi di crocchette è facile, con i mezzi di manipolazione di massa non dovrebbe essere impossibile convertire al nuovo cibo gli esseri (dis-)umani. Alle volte il progresso con una mano minaccia di annientarci e con l’altra inaspettatamente ci salva! Miao!
Basterebbe industrializzare e destinare al consumo di massa i prodotti della Gastronomia molecolare, oggi di fascia altissima. Pare che annualmente 2 milioni di persone tentino di prenotare un tavolo al ristorante di Adrian Ferrà: il suo marchio, un buona campagna di marketing, un esercito di chimici e voilà, una nuova famiglia di prodotti alimentari sarebbe pronta al lancio. Mousse di patata americana al profumo di manzo argentino; paté di cavolini al sapore di aragosta e cioccolato, gelato di zucca all’aroma di porcellino nano; semifreddo di fagioli con vista su tonno dalla pinna gialla. Chi potrà resistere ?