L’informatica rende possibile l’accesso immediato ed ubiquo all’informazione. Questo concetto rivoluzionario era destinato a scontrarsi con la cultura giuridica opaca e torbida di paesi come Italia e Francia; proprio di questi tempi stanno i nodi stanno venendo al pettine, come si può vedere da questi 5 esempi.
Loi favorisant la diffusion et la protection de la création sur Internet
[secondo alcuni maligni per rabbonire la sua compagna la cui produzione musicale veniva piratata a gogò] il presidente francese ha promosso la legge “HADOPI” che dopo essere stata aspramente criticata in itinere è stata bocciata dal Consiglio Costituzionale francese. La legge imporrebbe un obbligo di controllo dei dati scambiati dagli utenti sulle reti peer-to-peer (il Mulo per intenderci) al fine di identificare le violazioni del diritto d’autore, da realizzarsi con mezzi tecnici invasivi della privacy. In caso di violazione, prescriveva una limitazione dell’accesso alla rete, che molti vedono come una limitazione dei diritti fondamentali dell’uomo. Questo invece di affrontare alla radice il problema della riforma del diritto d’autore.
La trasparenza nelle comunicazioni finanziarie
La recente diatriba all’interno della Consob intorno al recepimento della direttiva comunitaria “transparency” è difficile da riassumere in poche righe, si rimanda all’ottimo articolo su lavoce.info CARDIA CONTRO CARDIA. In pratica la direttiva toglie alla carta stampata il business dell’informazione finanziaria obbligatoria (per società quotate e gestori di risparmio) e promuove internet come veicolo di diffusione delle notizie. Vista la crisi nera dei giornali c’è stata la levata di scudi etc. etc… in questo caso l’obiettivo è ritardare sistematicamente l’innvazione nel sistema della comunicazione.
L’oblio su internet
Poi abbiamo l’illuminato disegno di legge attualmente da approvare alla Camera “Nuove disposizioni per la tutela del diritto all’oblio su internet in favore delle persone già sottoposte a indagini o imputate in un processo penale“: anche qui non vale la pena di spiegare in dettaglio visto che le analisi tecniche si trovano altrove, ma in sintesi si tratta di qualcuno che non ha capito una mazza, ha paura, e quindi mette le mani avanti con una legge “pletorica, codificata all’eccesso, verbosissima, comprensibile solamente a esperti legulei” vedi commento al post L’esercizio del voto è dovere civico. Si tratta di un caso patente strategia di tipo FUD.
Visure catastali contro google maps
Google earth, Microsoft Bing Maps ed altri servizi analoghi hanno rivoluzionato l’accesso all’informazione sul territorio; oggi tutti possono vedere dall’alto le nostre città e campagne, e localizzare una posizione sulla terra con un semplice click usando il formato aperto KML/KMZ. E cosa fa la nostra beneamata agenzia del territorio ? Imperterriti come dei dinosauri, vanno avanti con i fogli, le mappe e le particelle ! Le informazioni contenute nel catasto sono così difficilmente accessibili ai cittadini, creando un mercato per il sottobosco di professionisti ed intermediari che devono effettuare le visure e tradurre dal linguaggio borbonico e se va bene napoleonico a quello del mondo reale dove viviamo.
La pubblicità delle aste giudiziarie
La pubblicazione degli annunci di vendite giudiziarie di immobili è fonte di guadagno per i giornali (soprattutto locali), e di divertimento nel lettore che può trarre insegnamento dalla sublime prosa, dall’ossessività con cui le stesse frasi vengono ripetute “al momento della presentazione dell’istanza, il partecipante dovrà depositare l’importo della cauzione pari al 10% del prezzo base“, “la mancata partecipazione all’incanto senza documentato o giustificato motivo comporterà la restituzione della cauzione” e infine dalla cieca implacabilità con cui per un capannone industriale da 2’000’000 € o per un garage a Molfetta da 5’000 € viene occupato lo stesso riquadro. Quello che non si crea è un beneficio per il pubblico che ha grandissima difficoltà nel capire quali sono gli immobili in asta in una certa zona, dove si trovano (vai a capire dove si trova il foglio 11 mappale 84) e come sono fatti (le planimetrie e le fotografie sono difficilmente accessibili). Per ovviare a questi inconvenienti la legge 52 del 24 Febbraio 2006 ha modificato l’articolo 490 (Pubblicità degli avvisi) del codice di procedura civile imponendo l’obbligo di “inserire in appositi siti internet” almeno “l’avviso, unitamente a copia dell’ordinanza del giudice e della relazione di stima“. Resta però l’obbligo di inserirlo “una o più volte sui quotidiani di informazione locali aventi maggiore diffusione nella zona interessata” … d’altronde i quotidiani sò pezz’e core. Cos’è successo nella realtà ? Che è proliferato un numero imprecisato di siti, sitini e situzzi ciascuno col suo motorino di ricerca, qualcuno con le foto, qualcuno col link diretto a google maps, qualcuno no. Resta quindi assicurata l’opacità e garantito lo spazio vitale per il sottobosco di amici del giudice, agenti immobiliari e imprese edili. Che l’offerta di immobili in asta sia poco chiara, e che le procedure di vendita siano lunghissime fa anche il gioco delle banche creditrici, terrorizzate all’idea che vada effettivamente sul mercato questa enorme massa di immobili, causando un crollo dei prezzi e la conseguente necessità di ripulire i loro bilanci dai corrispondenti crediti divenuti inesigibili.