poSTille a PERLE AI PORCI?

La domanda- provocazione del programma radiofonico “Tabloid” di qualche tempo fa era: – Che cosa mettereste in un museo?

Ero in viaggio e mi sono divertita ad ascoltare le risposte degli ascoltatori, pure divertite e divertenti, e  ho dovuto resistere alla tentazione di provocare a mia volta: – Nei musei ci metterei… i musei.

Mi chiedo perché non l’ho fatto, che cosa mi abbia trattenuto dall’impulso di sbeffeggiare e di negare la ragion d’essere o per lo meno sussistere, persistere, dei musei…

Una sorta di pietas per un luogo della memoria collettiva? Per un’istituzione tra le più istituzionali e tradizionali della società civile, proprio ‘rappresentative’? Penso alle illustrazioni didattiche della ‘città’, dove accanto alla scuola, all’ospedale, alla biblioteca, figura il museo… immagine ottocentesca – dunque irredimibilmente datata? – come tante rappresentazioni dell’urbanità civile, mi vien da pensare.

Il post di Doctor Sax è spassoso e intelligentemente arguto, come Paolog che nel suo ‘comment’ illumina e folgora , col sublime cinismo che lo contraddistingue, intorno al luogo dell’inutile e sempre meno possibile funzione di conservazione del materiale, nella civiltà dell’immateriale e virtuale, io penso a quanto detesti – sono insegnante – esser costretta o costringermi a trascinar per mostre e musei, nelle cosiddette visite d’istruzione, orde vocianti e recalcitranti quando non vandaliche di fanciulli svagati o intemperanti, poi penso a Norman di “Quartetto in autunno” (il romanzo di Barbara Pym che ho segnalato nel post di qualche giorno fa) che Marcia sorprende a contemplare i coccodrilli imbalsamati in una sala del British Museum  e ancora mi chiedo che razza di luogo o nonluogo o exluogo sia il museo (come la biblioteca, del resto…) e proprio non so decidermi e pronunciarmi…

Sto per andare in vacanza per qualche giorno ma credo che ci ritornerò sul luo…, pardon, sul tema, anzi sul post…o.

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