In USA l’editoria tradizionale ha portato nel 2008 al taglio di 125 milioni di alberi. I lettori di e-book sono ancora una tecnologia di nicchia, con poco più di 1 milione di unità vendute fino ad oggi, ma con l’espandersi del mercato potrebbero avere un impatto molto positivo.
Questi e altri dati li trovate in un interessante report apparso ieri a cura del think-tank statunitense Cleantech Group sull’analisi dell’impatto sulle emissioni di anidride carbonica (gas responsabile dell’effetto serra) dei lettori di e-book.
La relazione indica che, in media, le emissioni di carbonio nel ciclo di vita di un lettore di e-book sono pienamente compensate dopo il primo anno di utilizzo. Per ogni ulteriore anno di utilizzo il risparmio in termini di emissioni di anidride carbonica è di 168 kg CO2 l’anno.
Per raffronto, secondo il Carbon Dioxide Information Analysis Center, che è il centro studi del dipartimento dell’energia USA sull’argomento, le emissioni da combustibili fossili di cui si rende responsabile ogni cittadino italiano ammontano a 7500 kg CO2 l’anno.
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Non vorrei apparire elitario, ma vedo la seguente contraddizione: per generare benefici sostanziali l’e-book deve uscire dalla nicchia e diventare prodotto di massa. In questo modo però ne erediterebbe tutte le caratteristiche: compulsività, adeguamento alle mode, tecnicismo.
Diventando così l’ennesimo oggetto tecnologico da acquistare, ricaricare, sostituire e riciclare.