Raffaello ebbe il Perugino; Leonardo, Andrea del Verrocchio; Stravinskij, Rimskij-Korsakov; Mennea, Carlo Vittori. Ogni grande musicista, atleta, pittore, scultore, scrittore, ne ha avuto uno, che poi ha inevitabilmente lasciato quando non aveva più nulla da insegnargli.
Anche chi non appartenga a queste categorie ha spesso avuto maestri di politica, ideologia, religione, cultura: un sacerdote, un partito o un uomo politico, una casa editrice o uno scrittore, un filosofo, un giornale o un giornalista. Qualcuno insomma che, dopo e oltre la famiglia, potesse indicargli la via da seguire per dare un senso alla fatica di vivere.
Oggi, nell’era dell’informazione diffusa e pervasiva, esistono ancora i maestri ? Come potremo sceglierli fra le tante voci ? I maestri di oggi, anziché coloro che indicano la via, saranno coloro che suggeriscono il sito dove scaricare (gratuitamente) la mappa ? Il nuovo fenomeno del violino avrà imparato a suonare compulsando i filmati su Youtube ? E’ davvero divenuto anacronistico il rapporto maestro – allievo ?
E’ acclarato che la televisione è “cattiva maestra”: lo è già o lo sarà anche Internet ?