Ri-lettura: Dilbert

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Ci sono persone che sostano perplesse davanti alle gelaterie: meglio crema e nocciola o cocco e cioccolato?

Io provo la stessa indecisione davanti ai libri, specie se già letti. Stasera preferisco stare in compagnia di Malaussène, di Paddy Clarke o della signora Ransome?

Un paio di sere fa ho ripreso in mano una vecchia conoscenza,  Il manuale di management di Dogbert (1996).

Dopo 14 anni è ancora attualissimo e quanto mai vero. Se riuscite a procurarvene una copia, leggetelo, ma prima scegliete un luogo senza oggetti contundenti: la tentazione di usarli contro di sè o contro altri potrebbe essere davvero forte.

Dal capitolo Sbarazzarsi degli impiegati, pagina 100,

Programma di riduzione di status degli impiegati

  1. Riduci le dimensioni degli aumenti
  2. Elimina le promozioni interne
  3. Annuncia la fine del “lavoro sicuro”
  4. Riduci le opzioni sanitarie
  5. Taglia il budget per i viaggi e la formazione professionale
  6. Combina i giorni di malattia con quelli di ferie e chiamali “banca del tempo”
  7. Riduci le dimensioni del cubicoli
  8. Vieta le decorazioni dei muri dei cubicoli
  9. Proibisci di portare il caffè e l’acqua minerale sulla scrivania
  10. Controlla l’uso di internet
  11. Rapali a zero

Voi a che numero siete?

1 thought on “Ri-lettura: Dilbert

  1. Temo che oggi i meccanismi utilizzati dai manager aziendali siano più sottili, come ha mostrato Michela Marzano nel suo “Estensione del dominio della manipolazione. Dalla azienda alla vita privata”.
    Gli impiegati (perchè di questo si tratta), gratificati dal cellulare aziendale e dal portatile, sono stati convinti a lavorare fino a tarda ora, durante il week end o le ferie, in cambio di un pugno di riso o di una finta flessibilità. Gratificati e realizzati dal lavoro e dall’illusione di partecipare alle “sfide aziendali”. Salvo accorgersi che, quando il lavoro scarseggia, sono spediti in cassa integrazione, in mobilità o licenziati senza troppe cerimonie. Senza parlare poi dei precari a vita. Insomma, una gabbia che i lavoratori si stanno costruendo con le proprie mani.

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