Una pagina scritta, esposta nella vetrina di un negozio, esprime il seguente pensiero, di cui sintetizzo (e deformo) il senso.
L’invenzione del formato MP3 si può paragonare a quella dell’automobile: questa permette di raggiungere velocemente la destinazione desiderata, così come quello dà modo di procurarsi in breve tempo l’opera omnia del vostro musicista preferito. L’automobile non ha però ucciso il gusto di una passeggiata, che consente di cogliere aspetti altrimenti trascurati a velocità più elevate, e di addentrarsi in luoghi inaccessibili all’auto, come ad esempio un bosco. Ecco: entrare in un negozio di CD, come quello sulla cui vetrina è pubblicato lo scritto in questione, sarebbe un’esperienza paragonabile a una passeggiata in un bosco. Scaricare MP3 equivarrebbe invece ad attraversare rapidamente l’Appennino in autostrada: attività, queste ultime, a cui sarebbe estranea l’esperienza del percorso, della fatica, della conquista, dell’attesa (concetti espressi anche da Stefano Bollani in un’intervista che si può ascoltare su Youtube).
Non entrerò nel merito del testo, a parte una pedante precisazione: in realtà gli artefici di questo cambiamento epocale sono a mio parere la digitalizzazione e internet; MP3 ne è l’etichetta e solo incidentalmente il protagonista. Comunque il senso del discorso è pienamente condivisibile, potrei sottoscriverlo e firmarlo, farne una petizione, da pubblicare su internet, ovviamente in forma digitale. Ciononostante, l’esito della vicenda è scritto: il piccolo negozio di dischi di Milano, zona semi-centrale, è destinato alla chiusura, come paventa in un altro foglio esposto in vetrina. Sconta una duplice maledizione: negozio, al di fuori di un centro commerciale, e per di più di musica su supporto fisico.
Purtroppo è avvenuto molte volte, soprattutto negli ultimi due secoli: il progresso (?) tecnico ed economico ha reso inutili tante professioni, tanti esercizi commerciali, a volte meritoriamente, altre meno. Gli acquaioli sono scomparsi con la diffusione dell’acqua corrente, i vetturini con l’avvento dell’automobile, gli spazzacamini con l’introduzione dei termosifoni; quanti negozi di ferramenta, calzolai o sarti esistono ancora ? Alcuni hanno saputo adattarsi a nuove professioni, come gli spazzacamini dell’Alto Adige, trasformatisi in molti casi in installatori di caldaie; altri, ahimè, hanno raggiunto i molti perdenti che ogni trasformazione porta con sé.
Vi terrò informati sul destino del negozio. Cronaca di una chiusura annunciata.