Allora mi faccio evangelico

A Lipsia, nella spoglia Thomaskirche, decorata dalle statue di cadaveri illustri, composti sui loro sarcofagi, il rito si ripete.
I fedeli si lasciano trasportare come ai tempi di Giansebastiano Bach dalle note dell’organo che dal retro della nave (proprio letteralmente nave, non navata) si diffondono sopra le loro teste. Il programma di sala conferma: “si prega di non applaudire”, è una cosa seria.

Anche la predica tenuta tra un brano e l’altro dalla Monsignora Britta T. comincia con un’analisi musicologica del Contrapunctus 6 in Stylo Francese dall’Arte della Fuga, e la traspone sul piano etico.

L’anniversario della riforma si avvicina (2017) ma la visita del papa cattolico nella natia terra germanica ha confermato che non si fa, la joint venture tanto attesa è rimandata, forse tra altri cinquecento anni: le posizioni sono inconciliabili, la distanza incolmabile. Da una parte si ritiene che la salvezza si possa ottenere anche per mezzo delle opere (e magari anche delle indulgenze), dall’altra inflessibilmente no: può arrivare solo dall’alto. Insomma il libero arbitrio è un concetto forte solo per i cattolici. Al tempo stesso quella evangelica si dichiara la chiesa della libertà, libertà di fare delle verifiche prima di impiantare l’ovulo, di mescolare laici e chierici maschi e femmine nelle cose di religione e addirittura di eleggere vescove (la cattolicissima lingua italiana rabbrividisce).

Dal momento che le dispute teologiche lasciano il tempo che trovano, e le scelte importanti della vita si fanno su base emozionale, io quasi quasi mi faccio convincere da Donna Britta (femminile di Don ? veramente non sono tanto sicuro) ma soprattutto dalla Musica, quella con la emme maiuscola, che fa tremare l’anima.
Il pilota suona volgendo le spalle a prua, la nave spaziale a trazione posteriore solca la galassia a tutta velocità, noi fedeli ascoltiamo ad occhi chiusi, nessun problema: Gott mit uns.

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