Una parola coreana al giorno: Hagwon

Noi che viviamo l’autunno della storia (occidentale) guardiamo con superiorità o anche con invidia ai paesi come la Repubblica di Corea (del Sud ovvio) che invece stanno godendosi la fase espansiva del loro boom. Che gioiosamente producono, comprano, accelerano, per poter raggiungere il nostro stesso stato di stagnazione tra pochi lustri.
Nel frattempo le notizie che ci arrivano per mezzo dei viaggiatori che fanno ritorno da laggiù ci fanno girare la testa.

Le hagwon, ad esempio, queste scuole private che danno lezioni su qualunque cosa:

  • ripetizioni per gli studenti delle medie, che vanno avanti fino a oltre mezzanotte tanto da spingere il governo a stabilire un coprifuoco
  • come superare il test d’ammissione alle università migliori
  • i trucchi che i medici possono usare per far le scarpe ai colleghi
  • come fare il cubo: per i giovanotti che stanno per partire per il servizio di leva
  • come si prepara il cappuccino: per quelli che devon fare il colloquio dalla catena di ristoro Starbucks
  • come fare un figurone a vostro primo blind date…

A quanto è dato capire, il paese è in preda a un delirio per le Hagwon. Le famiglie si indebitano. I ragazzi cominciano a competere ferocemente da piccoli, si scannano addirittura per entrare alle Hagwon più prestigiose che danno più garanzie di successo (si è creato a sua volta un mercato di lezioni private per accedervi !).

Alta competitività + società rigida = Hagwon + alto tasso di suicidi. Con una media di 31 suicidi / 100000 abitanti / anno la Corea del Sud supera tutti i paesi europei tranne la Lituania, e straccia tutte le regioni italiane superando di un fattore 3 persino i valdôtaines.

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