Annali franco-tedeschi

La storia ha una coazione a ripetere, se non dapprima come tragedia, almeno poi come farsa.

Karl Marx, artefice del pensiero precedente, fu negli anni ’40 del XIX secolo condirettore della rivista “Annali franco-tedeschi”, che celebrava la feconda unione, già sostenuta dal suo maestro Hegel, tra lo spirito e il pensiero tedesco e la capacità d’azione francese.

Gli eventi successivi, dalla guerra franco-prussiana alle guerre mondiali, avrebbero allontanato questa prospettiva, ripresentatasi nel secondo dopoguerra nella cornice dell’Unione europea. Nel frattempo il rapporto tra le due nazioni si era rovesciato: l’intellighenzia francese segnava il percorso della speculazione filosofica; la capacità politica ed economica dei tedeschi era di modello per l’intera Europa.

Oggi mi è difficile definire il ruolo dei due popoli, o meglio, dei loro rappresentanti politici, nella diarchia che di fatto governa l’Europa. Credo che al duo Merkel-Sarkozy si attagli un motto di spirito molto popolare nell’azienda tedesca in cui ho lavorato per anni.

Recita così: teoria è quando qualcuno conosce i meccanismi di una macchina, ma non sa farla funzionare; pratica è quando sa far funzionare una macchina, ma non ne conosce i meccanismi.

Ebbene: i Merkozy realizzano la felice fusione di teoria e pratica: non sanno far funzionare l’euro e non sanno il perché.

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