DECA…LO(GO)MELANO
Non mi aveva mai fatto gli auguri di buone feste o di compleanno o di qualsivoglia anniversario il mio amico Paolo, ovvero paolog, ideatore, fondatore, editor, amministratore e non so quanto d’altro, molto, quasi tutto, anima e motore, del nostro blog.
Se me li faceva era sempre un po’ prima o un po’ dopo, con una sorta di antitempistica programmatica, caparbiamente calcolata.
Coerente con la sua idiosincrasia umorale e meditata insieme per le occasioni coatte, i riti stantii e formali, i diktat delle circostanze, la superficialità delle celebrazioni convenzionali.
La medesima idiosincrasia che dimostrava, nella pratica del commento e delle riflessioni sul blog, per la notizia del giorno, il tema acclamato, obbligato, tanto ‘nel momento’ da essere subito abbandonato, dimenticato, surclassato da quello del giorno dopo.
Me li ha fatti, gli auguri di buon anno, per la prima volta quest’anno, sorprendendomi non poco, proprio il 31.
E un’ulteriore sorpresa è stata sentirlo parlare al telefono di stanchezza e di anni che passano, vecchiaia che incombe, energie che vengono meno…
Ripetendo pari pari quelli che erano i miei refrain di donna attempata, che si sente vecchia “peggio invecchiante” ( per citare l’ineffabile poetessa Patrizia Valduga che tanto amo), almeno dai miei cinquant’anni, compiuti quando la mia amicizia con Paolo, allora pimpante quarantenne, era da poco iniziata.
Non poteva capire il sentimento del tempo che inesorabilmente avanza il Paolo di allora e mi sfotteva impietoso, insofferente e sferzante ogni volta che mi usciva il lamento per la vecchiaia incombente, peggio imminente.
Avanza per tutti il tempo, caro Paolo, anche per il nostro Calomelano, di cui mi vanto di essere cofondatrice, per quanto in minima misura rispetto a te, visto che mi avevi coinvolto fin dalla stesura del manifesto originario.
Quando, nelle nostre riunioni ‘tribali’ (gruppo di tre con finta etimologia,’ tri…boh’ mi piaceva definirci in chiave ludolinguistica, eravamo tre amici, all’epoca, legati più da disillusioni e delusioni esistenziali, solitari e un po’ eccentrici sodali, attardati in un Novecento che impercettibilmente ci si era trasformato in neonato terzo millennio cogliendoci un po’ distratti e impreparati) quando, dicevo, nei nostri ritrovi conviviali ed un po’ epicurei si ragionava del vecchio e del nuovo, e di quel particolare nuovo che era al tempo il fenomeno dei blog e delle tribune virtuali, che noi traguardavamo con curiosità, ammirazione ma anche con perplessità e una certa inquietudine…
La perplessità riguardava soprattutto certi tratti effimeri, di superficialità ciarliera, dei pronunciamenti e delle tribune, quel loro essere troppo nel tempo senza distanza e decantazione attraverso riflessione e giudizio meditato.
Così è maturata la volontà di inserirci nel dibattito del tempo senza lasciarci troppo coinvolgere e invischiare dal tempo.
Insomma l’idea di un blog che non fosse, come generalmente si produceva, pura chiacchiera, gesto e impulso attimale, ‘usa e getta’ del pensiero e della parola.
E che al tempo stesso non fosse separato, esclusivo… peggio elitario.
Quanta sofferenza e contorcimento traspare nel COME stilato da Paolo:
“Calomelano si avvale della più diffusa piattaforma tecnologica per blog (WordPress) travisandone il senso originario: l’accesso per LEGGERE è aperto a tutti. L’aggiunta di nuovi post o commenti è riservato ai partecipanti…“.
E sintomaticamente il COSA si definiva per ‘via negationis’ più che assertivamente, Calomelano NON doveva essere:
” un diario intimo… il posto dove trattare l’argomento del giorno… annunciare eventi… mettere la foto della vacanza, del matrimonio, del bebè… un instant blog… un altro stream of consciousness che si perde nel rumore di fondo… la tribuna per cambiare il mondo…”
Calomelano dunque, attraverso incertezze e azzardi, perplessità e slanci, momenti di iperattività e fasi di arresto, senza sapere forse ancora bene cosa poter e voler essere, compie 10 anni in questo gennaio 2019 appena nato.
Ed è cresciuto… ha fatto passaggi e cambiamenti, anzi ha affrontato una svolta programmatica e di fatto importante che lo ha trasformato e ne ha allargato utenza e collaborazione… è diventato un circolo lettori e scrittori virtuale di impronta originale e forse inedita.
In qualche misura realizzando quell’idea-movente originaria di riuscire a stare nel tempo e condividere filtrando, riflettendo, selezionando, decantando …
In questo canto – ‘decanter’ celebrativo a me, donna dell’altro secolo, piace rilevarne la funzione di piccolo traghetto epocale più ancora che generazionale, da un secolo, anzi da un millennio, a una nuova era, quella funzione che avevo voluto simboleggiare ideando e disegnando il logo del pennuto-macchia d’inchiostro dal becco-pennino trasvolato nell’era della videoscrittura.
L’augurio è che Calomelano continui a imbarcare lettori e redattori (consentitemi la parola antica…) oltre ai prolifici e formidabili paolog e doctorsax , agli acuti, intelligenti e umorali roneg, robinia, valamiro, a codma, l’amica e collega che voglio ringraziare pubblicamente perché mi ha regalato una meravigliosa, generosa e affettuosa recensione di un mio lavoretto teatrale a scuola, a tutti i più recenti e agguerriti collaboratori… oltre alla sottoscritta che continua a disattendere il veto programmatico iniziale ad abbandonarsi ad autobiografismo ed emozioni … ma il nostro Paolo non ha chiamato a raccolta nel più recente appello i cuori oltre a menti e braccia?
Intanto avanzerei una proposta: proviamo a formulare per celebrare questo primo decennio di attività un deca…logo condiviso per il Calomelano rinnovato? Quali dovranno essere i nostri dieci comandamenti calomelanici?
1 gennaio 2019