Dialogo tra un venditore di giornali e un passeggero

V: Giornali, giornali nuovi. Notizie. Bisogna di un giornale ?

P: Che c’è di nuovo oggi, di grazia ?

V: Guardi: la Comunità Europea ha consentito la produzione di vino senza alcol.

P: Ancora i maledetti burocrati di Bruxelles !

V: Via signore, non si adiri. Consideri che l’Europa è l’unico baluardo rimasto tra la barbarie e questo paese dal glorioso passato e dall’incerto futuro.

P: Si, va bene, ma che idiozie son queste ? Vino senza alcol ? Latte frizzante, succo d’arancia senza arance. Nulla è più naturale.

V: Ma signore, consideri che nemmeno il vino è naturale, ma un prodotto dell’ingegno umano; in fondo, se ci pensa, anche l’agricoltura è una tecnologia, invenzione dei nostri antenati. Noi tendiamo a considerare naturale tutto ciò che esisteva quando siamo nati e cresciuti; tutto il resto per noi è artificiale.

P: Che fa, filosofia spicciola ? Con questo caldo ? Comunque è un inganno. Il vino senza alcol, dico.

V: Perché, signore ? E’ tutto scritto sull’etichetta: provenienza, lavorazione, data di produzione. Così ragionano quelli di Bruxelles.

P: Burocrati, appunto.

V: Ragionano diversamente: molto si può fare, purchè non sia dannoso, ma occorre dichiararlo. Il consumatore è informato e libero di scegliere. Invece da noi: leggi ferree, ma pochi che le rispettino. E il consumatore è gabbato.

P: Ma non sarà dannoso ? Tutta questa chimica.

V: Un mio amico gourmet ha sempre sostenuto che il vino con la chimica ci guadagna, mentre salumi e formaggi ci perdono.

P: Roba da matti: ora mi vuole spiegare che è meglio un vino trattato con componenti chimiche che uno naturale, senza aggiunte o correzioni.

V: Provi a bere un Pincianello o un Grignolino “naturale”, come lo chiama lei, senza interventi di un enologo: lo troverà insignificante.

P: Lei è incorreggibilmente esterofilo; mi vorrà anche far credere che il vino senza alcol ridurrà gli incidenti automobilistici.

V: Non sono così ottimista. Ce ne sarebbe certo bisogno per i compaesani del suo amico Zaia.

P: Non è mio amico.

V: Era un modo di dire: lei mi era parso, come dire, vicino …

P: Lasci perdere.

V: Non è importante: Credo comunque che ci voglia ben altro. Ha mai visto cosa bevono i ragazzi alla sera ? Cocktail pesanti, superalcolici; altro che vino senza alcol. E se anche fosse, chi lo berrebbe mai ? Ha visto con la birra senza alcol: non se la beve nessuno. Anzi, ora consumano birre da 10°, e non certo un calice.

P: Insomma, in sostanza non servirà a nulla.

V: Niente di bene e niente di male. Un prodotto in più. Marketing.

P: La sa lunga lei: mi dia un giornale. Se almeno non lo chiamassero vino. Che so: infuso d’uva, thé all’uva. Ecco un euro.

V: Grazie, illustrissimo, a rivederla. Giornali, giornali nuovi. Notizie.

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