Fine della stampa + ufficio senza carta = crisi da carta da culo vetrata
Traduzione italiana maccheronica di “The iPad will doom humanity to painful bog-roll horror” By Team Register.
I giornalisti sono sempre pronti a lamentarsi per la scomparsa via via più veloce di giornali e riviste stampate, perché apparentemente questo gli porta via i mezzi di sostentamento.
A molti di voi là fuori, però, probabilmente non frega niente del benessere di pigri (e spesso dissoluti) scribacchini che pensano che il mondo deve dare loro di che vivere.
Pensate di stare al sicuro e che la marcia dell’economia digitale possa avere solo conseguenze positive per voi.
Beh, vi sbagliate.
La corsa incurante dell’umanità verso la tecnologia digitale ha delle implicazioni letteralmente fondamentali per tutti noi, e promette di colpire tutti voi che state leggendo questo articolo proprio dove fa male.
Il motivo?
Molto semplicemente, che la scomparsa della carta da giornale e le riviste, la sostituzione di lettere con le e-mail e altre forme di comunicazione digitale, lo spostamento continuo delle registrazioni dalla carta verso i database – tutto ciò significa che ogni anno c’è sempre meno carta di alta qualità disponibile per il riciclaggio .
Che cosa questo significa per te personalmente: un futuro tetro di carta igienica graffiante, abrasiva e ferocemente dolorosa – e per di più probabilmente rigorosamente razionata.
Un terribile avvertimento viene lanciato questa settimana su Chemical and Engineering News, rivista ufficiale della American Chemical Society, che fa il punto dell’imminente apocalisse culesca che si prepara per la società occidentale.
Noi viziati consumatori dei paesi ricchi ci siamo abituati negli ultimi decenni a livelli senza precedenti di comfort e di indulgenza nel corso dei nostri intermezzi in bagno, e finora questo è stato possibile non ostante gli amici degli alberi, grazie all’abbondanza di carta da giornale e da ufficio che va al riciclaggio.
Ma ora finalmente l’ufficio paperless (o comunque con meno carta) – reso possibile da quell’industria di miseria e distruzione scaturita dall’inferno, l’IT [information technology] – comincia ad essere la norma.
La marcia degli e-Reader, e forse peggio ancora il diabolico iPad, non può che moltiplicare gli effetti mortali delle reti a commutazione di pacchetto e del web sulle rotative di tutto il mondo.
C&EN cita il super-esperto culoso Martin Wolf, la cui azienda fabbrica prodotti ecologici per la pulizia delle chiappe: “Vogliamo una carta riciclata con una determinata qualità. Cerchiamo la fibra più lunga per la sua forza e capacità di assorbimento, e la fibra più flessibile per avere una carta igienica morbida“.
Circa l’80 % della carta del Sig. Wolf è derivata da carta d’ufficio bianca riciclata, apparentemente, ma secondo la rivista chimica “la carta bianca usata da ufficio sta diventando sempre più difficile da trovare e molto più costosa – grazie alla crescita nel settore delle comunicazioni elettroniche” .
La carta igienica di lusso si può naturalmente fare abbattendo alberi, ma le foreste gestite in modo sostenibile sono in grado di dare solo forniture limitate.
E il riciclaggio può essere fatto solo un certo numero di volte: ogni volta che la carta è ritrattata le cruciali fibre lunghe vengono accorciate e il risultato finale diventa più ruvida e graffiante.
Una volta che il materiale raggiunge il possessore del porta-rotolo, scompare (dopo essere stato smerdato) nel gorgo delle acque di scarico, oltre la portata anche del riciclone più riciclone .
Nel frattempo, in una micidiale doppia sferzata ai culi del ricco Occidente, molti dei miliardi di poveri e di oppressi del mondo stanno diventando un po’ più ricchi e vorrebbero partecipare alla bella vita di cui godiamo noi altri.
Lo sventurato e ricercato consumatore occidentale si trova in cattive acque [gioco di parole intraducibile: caught in a cleft stick, in una brutta situazione e cleft, fessura tra le chiappe].
“La crescita nei mercati emergenti è una delle nostre priorità“, dice Mike-pezzo-grosso-della-carta-O’Byrne.
“Guardando le dimensioni della Cina e della sua popolazione, la quantità di fibra disponibile pro capite è spaventosamente bassa“, aggiunge il boss della ricerca e sviluppo nell’industria dello strofinamento Scott Rosencrance, anche lui citato da C&EN.
Non solo i draghi asiatici sono in competizione con noi occidentali per il petrolio: cercheranno anche di sottrarci i nostri rifornimenti strategici di rotoli !
“La tendenza ha creato una nicchia in crescita“, riferisce C&EN, non ci sono dubbi.
“C’è solo una certa quantità di morbidezza che si può ottenere con fibre riciclate“, aggiunge Wolf, tristemente.
Ciò significa che l’unica speranza per lo stile di vita occidentale è una tecnologia culesca sempre più avanzata basata su sostanze chimiche, che consentono alla carta di essere riciclata più e più volte. Ma raggiungere tale obiettivo non è affatto certo.
Può anche darsi che la carta igienica occidentale di oggi rappresenti una vetta nello sviluppo umano, che non sarà mai più raggiunto: le generazioni future, con le regioni posteriori rese dure e cornee da prodotti per l’igiene brutalmente grossolani o attrezzi per tali usi a noi ancora sconosciuti, guarderà indietro all’inizio del XXI secolo come ad un’età aurea da tempo perduta per il comfort in bagno.
E molto di questo, non dimentichiamocelo, è il risultato diretto del settore IT – in particolare, dell’iPad, il cui nome appare ora più che mai uno scherzo beffardo [gioco di parole intraducibile dove pad può essere una parte morbida del corpo umano].