Demografia – Prima parte

La demografia è una delle forze più potenti che, in passato e ancora oggi, hanno ridisegnato la storia nel medio e lungo termine.  

L’aumento della popolazione al disopra delle risorse disponibili in una data zona, ha da sempre causato emigrazioni, che nel tempo hanno assunto forme diverse. Le risorse necessarie sono e sono state funzione dei mezzi di sussistenza e del livello tecnologico delle popolazioni. Gruppi di cacciatori e raccoglitori hanno avuto bisogno di più spazio di popoli che praticavano la pastorizia; ancora meno spazio era necessario a tribù di agricoltori stanziali, che però avevano necessità di consumare molta acqua. L’industrializzazione ha infine ridotto le aree necessarie alla produzione di cibo e d’altro canto moltiplicato i territori occupati da manifatture di vario tipo.  

Fin dalla preistoria si sono succedute migrazioni che hanno permesso all’homo sapiens sapiens di colonizzare l’intera Terra e diffondere innovazioni tecnologiche quali i metalli e l’agricoltura; a questa categoria si può attribuire anche l’edificazione di  colonie greche e fenicie nell’area mediterranea.  

La forma dei primi spostamenti di popoli dell’era storica è la vera e propria invasione: sono rimaste proverbiali quelle di Vichinghi e Arabi nei secoli prima del Mille; quelle delle popolazioni mongole dal secolo XIII in avanti. I migranti si sono fusi in modo più o meno pacifico con gli abitanti delle zone di destinazione, e così hanno fatto le lingue, le religioni e i modi di vita.  

L’esperienza coloniale, a partire dal XVI secolo, si configura come una forma nuova di migrazione: popolazioni di Stati nazionali in piena espansione demografica trovano nuovi spazi e nuove risorse al seguito di eserciti (America spagnola), oppure se li conquistano organizzandosi militarmente contro gli abitanti (America anglosassone).  

L’espansione a sfondo etnico dei grandi Stati imperiali è la forma più recente di espressione delle forze demografiche. Nella Russia e in Cina, le regioni più remote (Caucaso, Xinijang, Tibet), abitate da popolazioni etnicamente e culturalmente peculiari, sono state colonizzate dall’etnia dominante (Russi e Han), i cui membri sono stati spinti a trasferirsi da sostanziali vantaggi economici. La colonizzazione, in forme coercitive o pacifiche, ha anche agito dal punto di vista culturale, spesso obiterando culti e modi di vita delle popolazioni aborigene. Per esempio, nel 1947 i Cinesi di etnia Han rappresentavano il 5% della popolazione dello Xinijang, mentre oggi circa il 40% degli abitanti sono Han, con conseguenze notevoli sulle forme culturali della regione.  

[1 – continua]

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