Ultimo di una serie di 10 brevi post sulle funzioni e benefici per l’utente della componente di aggregazione delle notizie della piattaforma del Gruppo di Informazione Solidale (GIS, vedi FAQ qui e manifesto qui). Vedi qui per il primo con il piano di tutti i post della serie.
Vorrei concludere la serie parlando di un aspetto tecnico solo in apparenza secondario: il codice sorgente che fa girare la piattaforma del GIS, disponibile all’indirizzo https://gitlab.com/simevo/calo.news con licenza open-source AGPL-3+.
Come è emerso nel quinto post (parlando di algoritmi) e nell’ottavo post (parlando di come si scavalcano i paywall), se si vuole capire cosa succede dietro le quinte della nostra piattaforma non c’è niente di meglio che leggere il codice sorgente, secondo il comandamento “Learn to Read the Source, Luke”:
Quindi il primo vantaggio dell’open-source è garantisce la trasparenza sugli algoritmi.
L’altro aspetto è la replicabilità: copiando il codice della piattaforma del GIS, chiunque può accendere una sua instanza indipendente, con altri soci, altre policy, altre fonti … creando l’inizio di una rete decentrata di aggregatori.
Tra l’altro proprio questa settimana è stata rilasciata la versione v0.1 (!) del progetto, che rappresenta la prima versione davvero “presentabile“, completa di:
- interfacce utente per monitoraggio e gestione feeds (operazioni che precedentemente richiedevano strani magheggi)
- script ansible e docker per installare velocemente
- modalità sandbox e sviluppo
- documentazione per gli utenti, per gli amministratori di sistema e per gli sviluppatori.
Il progetto (che si chiama calo.news – an open-source news platform with aggregation, ranking and conversations) consiste in 8529 linee di codice così ripartite:
- python: 3742 (44%)
- javascript: 3733 (44%)
- php: 801 (9%)
- altro: 244 (3%).
La presente vale come invito per tutti gli hackers sensibili al tema dell’informazione di qualità a guardarci, a provarlo e magari anche a interagire: Issues e Merge Requests sono benvenute !
Ciò sarebbe molto auspicabile anche perché se è vero che il GIS vuole contro-anti-dis-inter-mediare, non vuole di sicuro diventare a sua volta il nuovo, unico intermediario.
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